Parodi spiega la frase infelice
Valentina Stella Dubbio 18 febbraio 2025
“Profondo rammarico e grande amarezza per il fatto che le mie parole siano state travisate, avendo io voluto esprimere un pensiero in generale profondamente diverso. Non ho mai ipotizzato in nessun momento la morte di chicchessia. La magistratura italiana ha già pagato un doloroso tributo a mafia e terrorismo ed è una stagione che oggi è fortunatamente alle spalle, proprio grazie al sacrificio di tanti colleghi che sono la nostra stella polare”: con queste parole affidate al Dubbio il presidente dell’Anm Cesare Parodi prova a placare le polemiche nate dopo la frase pronunciata la scorsa settimana al Circolo dei lettori di Torino (“ci farebbero comodo in questo periodo due magistrati morti”). Abbiamo provato a capire quali fossero gli umori tra i magistrati per questa sua dichiarazione. Una frase per diversi suoi colleghi definita “infelice”, “uno scivolone”. Più duro un magistrato antimafia: “Questo è il presidente dell’Anm scelto da Area e da Unicost perché D’Amato non gli andava bene”. Proprio Area prova a buttare acqua sul fuoco. Un suo importante esponente ci dice: “si è trattato di una amara considerazione espressa da tanti bei capannelli alla macchinetta del caffè. Una ingenuità dirlo in pubblico di questi tempi di strumentalizzazioni mediatiche”. Sempre un esponente della corrente progressista dell’Anm ci ha aggiunto: “Sicuramente è inesperto ma abbastanza sveglio. Recupererà presto”. Altri lo descrivono come “una persona per bene. Più versato nella professione, nella pubblicistica e nella formazione che non nell’associazione”. Severo invece il giudizio di Stefano Musolino, Segretario di Magistratura Democratica: “Non è il registro comunicativo che ci attendiamo da un Presidente che si è impegnato a interpretare al meglio il mandato che l’assemblea dello scorso 15 dicembre ha affidato alla Giunta esecutiva centrale. Le sfide che ci attendono sono complesse e l’autorevolezza pubblica che le deve sostenere si conquista con interventi che esprimano a tutto tondo la sensibilità giuridica e culturale dell’intera magistratura. Insomma, una brutta caduta di stile, un gesto di insensibilità verso i familiari dei magistrati caduti, un inciampo a cui rimediare in fretta affinando una comunicazione pubblica che sinora non ha convinto”. Critico anche il Consigliere indipendente del Csm, Andrea Mirenda, che su Facebook ha scritto: “Per recuperare onore e prestigio, la Magistratura non ha affatto bisogno di un paio di giudici ammazzati. Servono, invece (cosa di cui non v’è traccia nei radar dell’ANM), equilibrio, etica, deontologia e terzietà nell’esercizio della funzione. Qualcuno lo dica al confuso dott. Parodi”. A commentare il suo post il collega Marco Mansi: “Frase davvero infelice che ricalca nel suo cinismo un'altra più tragica. ‘Io ho solo bisogno di avere alcune migliaia di morti per sedermi al tavolo della pace accanto ai vincitori’(Mussolini)”. Dunque non ci sono giudizi unanimi sull’accaduto. Certo la strategia di minimizzazione da parte di Area è quella più conveniente al momento: occorre proteggere il presidente per non indebolirlo pubblicamente alla vigilia di importanti appuntamenti. Screditare lui potrebbe mettere in pericolo l’autorevolezza dell’intera Anm. Giovedì, infatti, Parodi sarà audito dalla commissione Affari costituzionali del Senato proprio in tema di separazione delle carriere. Il 27 febbraio sarà il giorno dello sciopero indetto contro la modifica costituzionale. Obiettivo: superare il 70 per cento di adesioni e partecipare numerosi alle varie iniziative sul territorio. A Roma ci sarà un raduno a piazza Cavour dove si svolgerà un flash mob sulla scalinata della Cassazione a cui parteciperanno magistrati in toga, su cui sarà ben visibile una coccarda tricolore, simbolo della difesa della Costituzione, di cui avranno in mano una copia; seguirà la distribuzione ai passanti di copie della Costituzione e di coccarde tricolori. Poi ci si sposterà al cinema Adriano per un dibattito pubblico durante il quale prenderanno la parola, tra gli altri, proprio Parodi e il Segretario generale Rocco Maruotti. Tra i relatori anche l’ex vertice del ‘sindacato’ delle toghe, Giuseppe Santalucia. A dimostrazione, probabilmente, della unità tra la vecchia e la nuova giunta, scricchiolata a poche ore dalla elezione di Parodi perché appartenente a Magistratura Indipendente, la corrente considerata dagli altri gruppi ‘filogovernativa’, e per le sue posizione aperturiste verso il Governo. Proprio con la premier Meloni Parodi e la sua giunta avranno un faccia a faccia il prossimo 5 marzo. E dato questo scenario, in cui è necessario almeno apparire compatti, è lo stesso Parodi in una intervista a Radio Popolare rilasciata ieri a ribadire: “Di fratture, all'interno della magistratura associata, in questo momento non ce ne sono. Questo dà fastidio a molti, non credo alla politica che fa la sua strada e il suo mestiere, ma magari a chi all'esterno della politica vorrebbe una magistratura divisa, vorrebbe un movimento che cerca di contrastare la riforma che sia collocabile in una parte della magistratura. Assicuro che non è così: tutti i gruppi associativi sono assolutamente convinti delle ragioni di questo movimento di pensiero che noi portiamo avanti. L'unica differenza, non rilevante, magari è sulle modalità di espressione di queste convinzioni sicuramente unitarie”.
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