La partita sulla separazione delle carriere non è affatto chiusa

 Valentina Stella dubbio 6 febbraio 2025

La partita sulla separazione delle carriere non è affatto chiusa. Fonti parlamentari ci riferiscono che Forza Italia sarebbe pronta a riproporre l’emendamento che sopprime dal testo il sorteggio per la scelta dei membri laici dei due Csm, previsti dalla modifica dell’ordinamento giudiziario. L’emendamento era stato già proposto alla Camera ma poi le altre forze di maggioranza e lo stesso Ministro Nordio avevano indotto il partito di Tajani a ritirarlo. Ma adesso gli azzurri sarebbero pronti anche ad un allungare di un mesetto il processo riformatore (qualora ci fosse una modifica a Palazzo Madama, bisognerebbe ritornare alla Camera e poi terminare con gli altri due passaggi previsti dalla riforma costituzionale) pur di portare a casa il risultato. Avrebbero l’appoggio anche di Fd’I, come ci spiega il senatore Sergio Rastrelli: “Il sorteggio è l’unico sistema valido per superare definitivamente il verminaio correntizio che ha caratterizzato fino ad oggi il sistema giudiziario italiano, determinando una intollerabile mortificazione della giurisdizione”. “Solo il sorteggio – prosegue - può infatti restituire autonomia e indipendenza ad ogni singolo magistrato, e sottrarlo alla morsa del condizionamento dei centri di potere e di pressione che hanno sinora caratterizzato il Csm. È evidente che questo ragionamento vale solo per la componente togata, mentre per quanto attiene alla componente laica si tratta di una scelta assolutamente non obbligata, nè sul piano della legittimità costituzionale, né sotto il profilo della valutazione politica”. Conclude quindi Rastrelli: “nella proficua dialettica interna al centrodestra, si è scelto sinora di blindare il testo per evitare uno slittamento nei tempi di una riforma che è tanto essenziale quanto urgente per il futuro dell’Italia. Anche in Senato valuteremo attraverso quale formula tecnica raggiungere il punto di equilibrio: personalmente, ritengo vada ribadita con forza la funzione irrinunciabile del Parlamento nella individuazione dei membri laici”. La Lega invece al momento si astiene sul tema perché ancora non ne hanno parlato internamente. Sul sorteggio si apre un altro scenario anche dal fronte magistratura. Due giorni fa, in una intervista al Foglio, il capo della procura di Padova, Angelantonio  Racanelli, ha sostenuto che se l’Anm avesse assunto un atteggiamento più dialogante e rinunciato ad una “frontale contrapposizione” con il legislatore avrebbe potuto scongiurare il sorteggio puro per i membri togati del Csm e ottenere quelle temperato, proposto tra l’altro dal forzista Pierantonio Zanettin.  Tuttavia, fonti autorevoli della corrente di cui è stato Segretario, ossia Magistratura indipendente, ci fanno notare che “l’assenza di un comunicato al riguardo da parte della dirigenza di Mi e le numerose affermazioni di tanti suoi esponenti in passato inducono a ritenere che queste non siano altre che dichiarazioni rilasciate a titolo personale”. In realtà in Mi c’è una minoranza che sarebbe pronta a riaprire i giochi su questo tema, tuttavia adesso la situazione si complica. Il sottosegretario Mantovano, anche lui proveniente da Mi, sarebbe stato disposto a trattare con la magistratura qualora al vertice fosse finito un esponente della corrente moderata. Nodo che si scioglierà solo sabato durante la prima riunione del Cdc dell’Anm. Al momento i gruppi sono ancora impantanati e fanno continue interlocuzioni tra loro. E però, date le tensioni creatasi tra l’Esecutivo e la procura di Roma, guidata da Francesco Lo Voi, da sempre vicino ad Mi, ma messo sotto attacco per aver iscritto nel registro degli indagati Meloni, Nordio, Piantedosi e lo stesso Mantovano sul caso Almasri è plausibile che ogni canale di trattativa si chiuda. Altresì perché tutte le altre correnti dell’Anm sono contrarie. Per Giovanni Zaccaro, Segretario di AreaDg, “noi non scambiamo il sorteggio con la separazione, la riforma è tutta sbagliata”. Stefano Musolino, Segretario di Md: “non sono d’accordo e non condivido l’approccio di Racanelli. Non mi piace la logica secondo cui, siccome il tuo interlocutore è più forte accetti il male minore. La realpolitik non è nelle mie corde. Su questo non ci sono mediazioni possibili, ma non nel nostro interesse, piuttosto di quello dei cittadini che non hanno santi in paradiso”. Anche Unicost ci escluse giorni fa qualsiasi apertura al sorteggio. Comunque ieri sono stati resi nomi che i gruppi parlamentari hanno chiesto di audire in Commissione Affari costituzionali. In totale sono 34 le richieste, la maggior parte dalle opposizioni, a cui servono anche per dilatare i tempi che porterebbero al referendum. Da segnalare che Fd’I ha chiesto di sentire, tra gli altri, proprio Racanelli, probabilmente dopo la sua intervista al Foglio ma anche Antonio Di Pietro pure lui espressosi in questi giorni a favore della separazione delle carriere. Francesco Petrelli, Presidente dell’Ucpi, è stato chiamato sia dal partito di Giorgia Meloni perché ovviamente favorevole alla modifica costituzionale, ma anche da parte delle opposizioni perché si è detto contrario al sorteggio. Così come l’ex presidente dei penalisti italiani, Gian Domenico Caiazza, anche lui nettamente sfavorevole al lancio dei dadi per Palazzo Bachelet, e richiesto da Pd, Avs, M5S, Iv. Il Pd ha indicato anche Luciano Violante, probabilmente per discutere dell’Alta Corte disciplinare, elaborata dal Governo diversamente da come pensata dall’ex magistrato anni fa. Le minoranze hanno segnalato anche Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, ma è chiaro che ad essere ascoltato sarà quello nuovo. Forza Italia non ha fatto alcuna richiesta, come ci spiega il senatore Mario Occhiuto: “Noi abbiamo ritenuto sufficiente far acquisire la lista di audizioni già tenute alla Camera”. È chiaro: non perdere tempo sul già detto, ma lavorare per portare a casa l’emendamento. 

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