Intercettazione: la maggioranza tira dritto
Valentina Stella dubbio 12 febbraio 2025
La maggioranza tira dritto e non fa alcuno sconto in merito alla riforma delle intercettazioni. Se da un lato dunque si sta aprendo un possibile dialogo con l’Anm sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere, contemporaneamente i partiti di Governo non arretrano sulla modifica delle intercettazioni, rispetto alla quale il ‘sindacato’ delle toghe, con l’ex presidente Giuseppe Santalucia e il pubblico ministero Enrico infante, si era espressa in maniera molto critica, sostenendo che molte indagini sarebbero state buttate al macero, lasciando i colpevoli in libertà. Infatti secondo le toghe ci sono tantissimi reati per cui gli elementi di prova sono emersi ben dopo i 45 giorni, e sono emersi soltanto grazie alle intercettazioni. Ma vediamo nel dettaglio. Alla apertura del presidente della Commissione affari costituzionali Alberto Balboni (Fd’I) che sul ddl Nordio ha dichiarato “nella vita non c'è nulla che non possa essere modificato. Quindi la risposta è certamente sì che si possono apportare dei cambiamenti. E io da presidente accolgo sempre con favore le proposte costruttive” si è aggiunta anche quella del vicepremier Antonio Tajani. Parlando alla riunione della segreteria nazionale di Forza Italia ha dichiarato infatti: “Ho apprezzato le parole del nuovo presidente dell'Anm, io credo che la volontà di dialogo deve essere accolta”. Tuttavia ieri in Commissione giustizia della Camera è stato avviato l’iter di esame degli emendamenti alla proposta di legge «Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione». La norma, a prima firma del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, è già stata approvata a Palazzo Madama lo scorso 9 ottobre, con i voti della maggioranza e di IV. Al momento né il regime ordinario (267, comma 3, cpp durata massima delle operazioni di 15 giorni, prorogabili per periodi successivi di 15 giorni) né il regime speciale (reati di criminalità organizzata) delle intercettazioni prevedono un limite massimo di durata delle intercettazioni; limite che la proposta di legge in esame introduce, invece, in rapporto al solo regime ordinario. Si compone, infatti, di un solo articolo per cui «le intercettazioni non possono avere una durata complessiva superiore a quarantacinque giorni, salvo che l’assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di espressa motivazione». A presentare emendamenti solo i gruppi di opposizioni, la maggior parte dei quali soppressivi. Tutti hanno ricevuto il parere negativo del governo e dei relatori Carolina Varchi (Fratelli d’Italia) e Tommaso Calderone (Forza Italia). Il testo è atteso in aula lunedì 17 per la discussione generale. Secondo la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, le deroghe previste sarebbero dovute essere previste “in modo chirurgico”, invece il ddl “non copre gran parte delle fattispecie di reati gravi e seri” che “spesso si nascondono dietro fatti che non da subito possono essere individuati tra quelli per cui il ddl prevede la deroga”. “Avremmo volentieri aperto un confronto sulla durata delle intercettazioni - ha detto Serracchiani - ma qui non si tratta di un limite ma di una vera e propria tagliola. Siamo contrari - ha insistito la deputata dem - a questa che è stata definita da voci trasversali della magistratura un'iniziativa che mette a rischio indagini importanti”. Polemica anche dal capogruppo di AVS nella commissione Giustizia della Camera Devis Dori: “Oggi (ieri, ndr) esponenti del Governo si riempiono la bocca con parole come 'lotta alla mafia', 'lotta i boss', però in commissione vanno avanti con il loro progetto di limitare la durata complessiva delle intercettazioni”. Come ci ha spiegato, invece, proprio il deputato forzista Tommaso Calderone “si tratta di un provvedimento già approvato al Senato, dove sono state svolte delle audizioni. Abbiamo seguito lo stesso iter qui, abbiamo ascoltato tutti gli attori interessati alla materia, compresa l’Anm, ma come già ribadito circa altri temi le decisioni alla fine le prende il parlamento. E noi siamo molto convinti dell’importanza di questa riforma e della necessità di approvarla quanto prima, senza per questo indebolire il contrasto alla criminalità organizzata, come è evidente leggendo la proposta di legge. Con questa legge si eviteranno motivazioni con i prestampati e intercettazioni esplorative. Il giudice prorogherà il termine in presenza di elementi specifici e concreti come è giusto che sia”. Come concordato in un vertice di maggioranza a via Arenula a fine ottobre, la disciplina non si applicherà ai reati di Codice Rosso, così come già avviene per i reati di mafia e terrorismo. Nel momento in cui scriviamo sono stati respinti un terzo degli emendamenti. La discussione dovrebbe riprendere dopo la seduta d’Aula e prevedere quindi una notturna. Ma la direzione, come anticipato, è quella di tirare dritti senza spazi di apertura per le richieste della minoranza.
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