Almasri: opposizioni contro Meloni
Valentina Stella Dubbio 4 febbraio 2025
La vicenda del comandante libico Almasri scarcerato in Italia e riportato a casa, a Tripoli, con un volo di Stato ha acceso molto gli animi ieri alla Camera dei deputati. Se all’ordine del giorno c’era il decreto cultura le opposizioni sono tornate alla carica perché dal Governo non è arrivata ancora nessuna notizia sull’informativa urgente ormai chiesta da giorni. Lo ha fatto per primo il leader del M5S Giuseppe Conte: «Chiedo a nome di tutto il gruppo un'informativa urgente di Giorgia Meloni che deve venire in Parlamento a spiegare agli italiani la versione vera sul caso Almasri. Deve venire il presidente non può essere certo il ministro che cura i Rapporti con il Parlamento. Meloni deve chiarire al paese perché lei donna, madre, cristiana ha consentito tutti gli onori di un volo di stato per sottrarre alla giustizia internazionale un boia, accusato addirittura di stupro di bimbi di 5 anni». A lui si è associato il Pd: «Domani (oggi, ndr) è convocata una conferenza dei capigruppo e anticipiamo che non siamo disponibili a riprendere i lavori d'Aula se non ci sarà una risposta adeguata. Di questo tema si deve parlare qui, in Parlamento» ha dichiarato la capogruppo dem Chiara Braga, accusando l’esecutivo di «scappare dalle proprie responsabilità e svilire il ruolo del Parlamento». Con ironica critica si è pronunciato anche il segretario di +Europa Riccardo Magi: « Chiamate Chi L'ha Visto?, perchè su Almasri il governo è sparito. E domani (oggi, ndr), a quasi una settimana dal rinvio dell'informativa di Nordio e Piantedosi, ci prepariamo a una capigruppo al buio, in cui nessuno sa se l'intenzione dell'esecutivo sarà quella di riferire o meno sulla liberazione, via Falcon di Stato, del torturatore libico. Ancora una volta Meloni e la sua squadra di ministri dimostrano scarso rispetto delle istituzioni e prendono a calci la democrazia parlamentare, che per la premier deve sembrare ormai un fastidioso orpello». Contro il Governo anche Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera: « Dal 21 gennaio, giorno in cui Almasri è stato riaccompagnato in Libia abbiamo chiesto più volte che Giorgia Meloni venisse in Parlamento a dare spiegazioni. Al posto suo le hanno date Piantedosi, Nordio e Tajani ma con tre diverse versioni. L'unica volta in cui la premier ha parlato è stato su Facebook ma per annunciare che era indagata e attaccare la magistratura. Da allora, le informative di Nordio e Piantedosi sono saltate e l'attività parlamentare bloccata. In compenso i ministri hanno trovato il modo di parlare sui social e in televisione ma non nell'unico luogo in cui erano obbligati a farlo: in Parlamento». Arriva poi la rassicurazione del vice presidente della Camera Sergio Costa: «La questione sarà affrontata domani (oggi, ndr) nella conferenza dei capigruppo convocata alle 13». Intanto ieri l’associazione Baobab Experience ha reso noto che Lam Magok Biel Ruei, vittima di Osama Almasri, ha presentato alla procura di Roma una denuncia contro il Governo italiano per “favoreggiamento”: «le condotte di Nordio, Piantedosi e Meloni hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia», si legge nel comunicato stampa che prosegue: «L’inerzia del ministro della Giustizia – il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale – e il decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno, con l’immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all’arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico». L’uomo, assistito dall’avvocato Francesco Romeo, ha raccontato di essere stata «vittima e testimone» delle «atrocità», degli «orrori» di Almasri che ha già raccontato alla Corte penale internazionale «ma il Governo italiano mi ha reso vittima una seconda volta, vanificando la possibilità di ottenere giustizia sia per tutte le persone, come me, sopravvissute alle sue violenze, sia per coloro che ha ucciso sia per coloro che continueranno a subire torture e abusi per sua mano o sotto il suo comando. Una possibilità che – prosegue Lam – era diventata concreta grazie al mandato d’arresto della Corte penale internazionale e che l’Italia mi ha sottratto». Ha raccontato di essere stato bendato, ammanettato e picchiato da Almasri e dai suoi uomini, di aver ricevuto percosse, calci, sprangate. «Abbiamo tutti letto la notizia di una presunta vittima di torture da parte di Almasri che ha denunciato il governo italiano per favoreggiamento. Esprimo solidarietà per quest'uomo che ha vissuto tante sofferenze. La sua sofferenza però, anche in questo caso, viene strumentalizzata contro il governo Meloni», ha detto Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia, intervenendo a "Tagadà", su La7.
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