Referendum: ultime dichiarazioni prima del silenzio elettorale

 di Valentina Stella Il Dubbio 11 giugno 2022

A mezzanotte è scattato il silenzio elettorale in vista del voto su amministrative e sui cinque referendum sulla giustizia, promossi da Lega e Partito Radicale, che si terrà domani dalle 7 alle 23, senza l'obbligo della mascherina. Dunque ieri abbiamo assistito alla corsa alle dichiarazioni finali da parte degli esponenti politici. Matteo Salvini è tornato ad attaccare: « incredibile che Draghi e Mattarella non abbiano speso una parola. Mi pare che a questo punto c'è un silenzio orchestrato da giudici di sinistra, giornalisti di sinistra e politici di sinistra». Ha poi aggiunto: «Mi preoccupa la scelta di far votare gli italiani in una sola giornata anziché in due. È stata una scelta sbagliata e antidemocratica che abbiamo cercato di contrastare, dettata dalla voglia di affossare il referendum. Non ci sono altre spiegazioni di risparmio o legate al Covid».  Un appello al Sì è arrivato in un video messaggio di Silvio Berlusconi: « non è un voto contro la magistratura, so bene che la buona parte dei magistrati sono persone corrette, che meritano riconoscenza per il lavoro che fanno. Ma occorre davvero una riforma per poter finalmente contare su una giustizia giusta, imparziale, che garantisca i diritti e le libertà di tutti noi». Sui referendum « è calato un silenzio di tomba per intere settimane - ha scritto nella sua Enews Matteo Renzi - . Addirittura il servizio pubblico ha trasmesso persino un invito all’astensione mascherato dentro gli interventi comici nelle trasmissioni Rai più seguite. Voterò cinque sì. E comunque vada continueremo la battaglia per una giustizia giusta». Anche per il presidente della Camera Penale di Milano, Andrea Soliani, « sono tutti quesiti che meritano sostegno, domenica merita di essere barrata la casella del Sì, perlomeno per dare un segnale politico: è necessario che riforme di sistema sopraggiungano, al fine di portare miglioramenti nell’ambito dell'amministrazione della giustizia». Da Milano ha lasciato all'Adnkronos la sua testimonianza anche Raffaele Sollecito che ha trascorso quattri anni in carcere per poi essere assolto dalla Cassazione: « Bisogna limitare la custodia cautelare al massimo, perché  diventa uno strumento coercitivo di tortura in assenza di prove, per estorcere un'ammissione di colpevolezza. Andrò a votare. Il tema è complesso, ma in Italia la politica non è mai stata capace autonomamente di riformare la giustizia». Invece il presidente della Camera Roberto Fico, pur non entrando nel merito dei quesiti, ha ribadito che « I referendum sono la massima espressione di democrazia diretta ed è sbagliato metterla in contrapposizione con quella rappresentativa. Credo che sia un sistema di vasi comunicanti».

 

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