Moretti condannato senza logica

 di Angela Stella Il Riformista 1 luglio 2022

 

Il processo di appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, che costò la vita a 32 persone e provocò centinaia di feriti dopo il deragliamento e l’esplosione di un treno che trasportava gpl, si è concluso ieri a Firenze con 13 condanne e 3 assoluzioni. Condanna a 5 anni per l’ex ad di Ferrovie dello Stato e Rfi Mauro Moretti. L'accusa aveva chiesto 6 anni e 9 mesi. Per Mauro Moretti la Corte ha dichiarato estinto per prescrizione il reato di omicidio colposo seguendo le indicazioni della Cassazione. Il manager è stato condannato per disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose. La Corte ha inoltre escluso la colpa dell’omessa disposizione della riduzione della velocità dei convogli merci, uno dei profili colposi su cui la Cassazione aveva chiesto di valutare nel merito. «La sentenza è molto deludente -  ha dichiarato il difensore di Mauro Moretti, l’avvocato Ambra Giovene - . Una condanna a 5 anni per un processo senza prove è veramente un teorema e questo non può che dispiacerci. Tradisce un’interpretazione di questa storia che non è quella reale. Leggeremo le motivazioni» per un eventuale ricorso in Cassazione. La Procura generale si è detta al contrario «soddisfatta» della sentenza. «L'impianto accusatorio ha sostanzialmente retto e il reato di disastro ferroviario è stato riconosciuto a tutti i vertici delle aziende italiane e straniere», hanno detto all'Adnkronos il procuratore generale Sergio Affronte e il sostituto procuratore di Lucca Salvatore Giannino. Anche per l'avvocato di parte civile Tiziano Nicoletti «la sentenza è soddisfacente».Condannati anche i manager del gruppo Fs: 4 anni 2 mesi e 20 giorni per Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia; 4 anni a Mario Castaldo, che era direttore divisione cargo di Trenitalia. La Corte invece ha assolto Joachim Lehmann, supervisore e responsabile esami Jungenthal, Francesco Favo, certificatore per la sicurezza di Rfi, e Emilio Maestrini, responsabile dell’unità produttiva direzione ingegneria, sicurezza e qualità di sistema di Trenitalia. Ieri mattina l'ingegnere Moretti nel rilasciare le dichiarazioni spontanee aveva suscitato il forte malcontento in Aula. Infatti quando aveva annunciato di voler parlare, i familiari delle vittime avevano protestato soprattutto quando aveva detto che in tutti questi anni non aveva reagito "alle critiche e spesso alle ingiurie per rispetto alla giustizia e alle famiglie delle vittime". Moretti aveva anche "chiesto scusa" ai familiari. A quel punto alcuni di loro hanno gridato "no" e il presidente della Corte d'appello, Angelo Grieco, ha richiamato tutti all'ordine. Quando i familiari delle vittime hanno inscenato la protesta, sedendosi volgendo le spalle alla Corte, il presidente ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine e il rispetto che si deve alla Corte. I familiari pertanto sono tornati a sedersi compostamente. Ricordiamo che su questa vicenda giudiziaria, che forse non si conclude qui, è nata la nuova norma sulla prescrizione firmata dall'ex Ministro Alfonso Bonafede che il presidente dell'Unione Camere Penali commentò dicendo «il populismo penale si è fatto governo». Ma non c'è solo questo. La storia racconta  la legittima pretesa di giustizia delle vittime ma anche un processo mediatico parallelo feroce soprattutto nei confronti di Moretti, colpevole forse solo di un delitto d'autore, quello di far parte dei cosiddetti 'poteri forti'. 

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