Cirinnà scarcerato

 di Valentina Stella Il Dubbio 15 giugno 2022


Ricordate il caso di Claudio Cirinnà, trattenuto in carcere sulla base di un atto del Tribunale di Sorveglianza di Roma annullato dalla Cassazione? In breve: l'11 novembre 2021 era stata rigettata la richiesta di misure alternative in relazione alla pena di un anno, un mese e 4 giorni di reclusione come residuo della maggiore pena a 2 anni e 8 mesi. Tuttavia l'ordinanza era stata annullata con rinvio dalla Cassazione lo scorso 11 maggio. Inoltre anche l'ufficio esecuzione della Procura capitolina  aveva respinto la richiesta di sospensione della pena in carcere «non potendosi sospendere più di una volta l’esecuzione della stessa condanna». Il legale di Cirinnà, l'avvocato Cataldo Intrieri, aveva immediatamente presentato al giudice dell'esecuzione penale la richiesta di annullamento del decreto di revoca della sospensione della pena emesso dalla Procura. Due giorni fa il giudice gli ha dato ragione: "condivise le argomentazioni esposte dalla difesa del condannato -  si legge nel provvedimento - , dovendosi ritenere nulla l'attività posta in essere a seguito di atto dichiarato nullo [...] dispone la liberazione del condannato".   Chiediamo all'avvocato Cataldo Intrieri se è soddisfatto: "non si tratta di questo - ci dice - Come avvocato sono stupito che sia successa una cosa del genere. Un cittadino ha subìto oltre cinque mesi di carcerazione senza titolo: primo perché il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha sbagliato a decidere su di lui senza neanche avere le relazioni dei servizi sociali per valutare il suo comportamento dopo la commissione dei fatti; secondo per l'opposizione strenua della Procura della Repubblica di Roma che è arrivata a negare ciò che non si poteva negare, ossia che la nullità dell'ordinanza rendesse impossibile far restare in galera il mio assistito. Alla luce anche del fiasco dei referendum, fatti come questi dovrebbero invece far riflettere sull'uso del carcere in questo Paese".

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