Greco: stop porte girevoli
di Valentina Stella il Dubbio 3 giugno 2022
Stop alle porte girevoli tra magistratura e politica. È una delle richieste all'Italia che il Greco, organo anti corruzione del Consiglio d'Europa, torna a ribadire in occasione della pubblicazione del suo rapporto annuale. Strasburgo chiede anche di adottare un codice di condotta per Camera e Senato. «La questione delle porte girevoli tra magistratura e politica è un tema al centro del dibattito pubblico in Italia», ha osservato il presidente del Greco, Marin Mrcela. «Secondo gli standard del Greco non è possibile che un magistrato possa essere per esempio sindaco», ha aggiunto Mrcela. La riforma del Csm approvata dalla Camera a fine d'aprile e che a giorni approderà al Senato pone una serie di limiti che vanno nel senso di quanto richiesto dall'organo del Consiglio d'Europa fin dal gennaio del 2017.
Ma le battaglie per una «giustizia giusta» proseguono anche sul fronte referendario. «Dalle 23 del 31 maggio, dunque da oltre 36 ore, sto attuando il mio sciopero della fame contro il muro di silenzio eretto intorno ai cinque referendum sulla giustizia del prossimo 12 giugno. Nella giornata di mercoledì, ho ingerito due caffè molto zuccherati e due litri di acqua, la pressione per ora è ok, le condizioni fisiche per ora ci sono, per cui andiamo avanti così e non mollo», ha affermato ieri il senatore della Lega e vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, che mercoledì ha annunciato un digiuno, portato avanti insieme alla tesoriera del Partito Radicale Irene Testa, per denunciare l'assenza e la mala informazione sull'appuntamento del 12 giugno. Anche il leader della Lega Matteo Salvini ieri ha continuato a fare pressing dai social: «I referendum per ora non esistono, stanno rubando la democrazia, questa è censura. Sessanta milioni di italiani possono fare quello che non ha fatto la politica», ma solo se «si supererà la cappa di silenzio». Anche Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia e componente della commissione Vigilanza Rai, ha rivolto un appello al servizio pubblico: «Chiediamo che la Rai rispetti il richiamo dell'Agcom sull'adeguata copertura informativa e organizzi subito blocchi sul referendum nei talk show in prima serata su tutte le reti».
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