Pm e stampa a braccetto Così prevale il pregiudizio

 di Valentina Stella Il Dubbio 20 marzo 2021

«Presunzione di innocenza e diffusione delle notizie di reato» è il titolo del webinar organizzato ieri dalla Scuola di Diritto Avanzato, in collaborazione con Studio Cataldi. L'avvocato Luigi Viola, direttore scientifico della scuola, ha introdotto: «Ci siamo chiesti fino a che punto la diffusione della notizia di reato, ancorché astrattamente legittima, non metta in crisi la presunzione di innocenza. La diffusione delle notizie comporta che, contrariamente al principi costituzionali di presunzione di innocenza e giusto processo,  l'immagine dell'indagato venga lesa perché viene considerato molto probabilmente già colpevole da una opinione pubblica indotta a credere che la notizia di reato corrisponda alla realtà dei fatti. L'informazione di garanzia nasceva per tutelare l'indagato affinché potesse difendersi. Ma nel momento in cui essa viene diffusa non è più una tutela dell'indagato ma un elemento contro di lui». Tra i relatori il professor Giorgio Spangher: «il problema è complesso, bisogna bilanciare diritto di cronaca e diritto di difesa. Tuttavia sono tante le patologie che vanno a ledere sia il diritto di difesa dell'indagato sia la verginità cognitiva del giudice. Ci vorrebbe più attenzione da parte del Csm e dell'Anm e quando necessario occorrerebbe sanzionare condotte errate. In generale il pm dovrebbe assumere un atteggiamento sobrio quando va ad impattare sui media; ci dovrebbero essere meno fughe di notizie; si dovrebbero evitare i processi mediatici paralleli». L'avvocato Cataldo Intrieri, ricordando la recentissima scomparsa di Mario Sarzanini, il decano dei cronisti della giudiziaria di Roma, ha detto: «la vecchia figura del cronista di una volta innamorato della notizia è stata sostituita da quella di un giornalista che persegue lo spinning, ossia che orienta l'opinione pubblica attraverso una attività di manipolazione volta a favorire la tesi dell'accusa». Le conclusioni sono state affidate a Giovanni Canzio, Presidente emerito della Corte di Cassazione: « Se il processo penale era nato per avere come baricentro il dibattimento, oggi quel baricentro si è spostato tutto sulle indagini preliminari, anche a causa dell'intreccio tra uffici di Procura e organi di stampa: nella collettività prevale così il pregiudizio di colpevolezza dell'imputato, alimentato dalla gogna mediatica». Eppure, conclude, se «la presunzione di innocenza dell'imputato ha ricevuto un rafforzamento straordinario con la direttiva Ue 343/2016 che raccomanda e pretende che gli Stati membri facciano rispettare da tutti gli organi dello Stato il principio della presunzione di non colpevolezza, in l'Italia la direttiva non trova ancora attuazione».

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