Bufera nel Coa di Milano

 di Valentina Stella Il Dubbio 16 marzo 2021

È bufera all'interno dell'Ordine degli avvocati di Milano: tre consiglieri del COA-  Silvia Belloni, Manlio Marino, Chiara Valcepina, - si sono dimessi, come si legge in una nota,  due giorni fa «in forte dissenso per la gestione messa in atto dalla consiliatura presieduta da Vinicio Nardo, che ha escluso a priori qualunque risorsa eletta nella lista dell’ex presidente Danovi», che si era già dimesso a inizio consiliatura come, di lì a poco, la tesoriera Laura Cossar. I dimissionari hanno scritto di «scelte non condivise e in contrasto con la funzione di Presidente di tutti, al servizio dell’intera Avvocatura milanese». Proprio l'avvocato Manlio Marino spiega al Dubbio: « non appena sono stati eletti, il Presidente Nardo e il suo gruppo dirigente ci hanno comunicato chiaramente che non avrebbero utilizzato in nessun modo i nostri servigi, saremmo stati tagliati fuori da qualsiasi attività. Le esatte parole sono state "abbiamo vinto noi, quindi voi non toccherete palla". E così purtroppo è stato: io nel dicembre 2019 avevo inviato una email al Presidente Nardo e a tutti i consiglieri per fare delle proposte operative; solo per fare qualche esempio: come contrastare alcune aberranti iniziative dell'ex Ministro della Giustizia, come risolvere i problemi che ogni giorno affrontano gli avvocati, che devono combattere anche le disfunzioni del sistema giudiziario, in che modo riformare seriamente il processo civile. Ma non ho ricevuto alcuna risposta». L'avvocato Marino ha quindi constatato «l'inutilità della mia presenza e di quella di altri colleghi, parallelamente ad un visione egocentrica della funzione della Presidenza del Coa.  Secondo Lei è opportuno che a gestire la comunicazione del COA, a 5000 euro al mese, lo scorso anno sia stata messa una persona che ha gestito la comunicazione della lista di Nardo durante le elezioni forensi ?». Secondo l’Avvocato Marino, passata la fase elettorale, la divisione è rimasta anche dentro al Consiglio: «la nostra è una funzione che portiamo avanti nell'interesse collettivo: si può ragionare in termini di 'fazioni' durante le elezioni ma poi basta, perché poi il Presidente diviene il presidente di tutti e noi dobbiamo essere uniti e lavorare insieme per il bene e gli interessi dell'avvocatura e dei cittadini. Invece noi e i nostri progetti già iniziati siamo stati epurati solo perché appartenenti alla cd minoranza. Hanno affossato scientificamente tutto quello che era stato fatto nel nostro primo mandato, come ad esempio l’OCC. Io ero responsabile della Commissione Diritto dell'Unione Europea e sono stato rimosso». Respinge ogni critica il Presidente Vinicio Nardo:  «Tutti i consiglieri hanno lavorato secondo le proprie disponibilità», replica al Dubbio. «Chi rimane continua a farlo - prosegue -  e di questo sono molto soddisfatto,  tanto più in questo anno di emergenza pandemica che ci sta dando enormi problemi. Il lavoro di tutti serve.  Dopo di che, tutte queste argomentazioni ritengo siano una cortina fumogena per nascondere il vero motivo che è quello di potersi ricandidare per la terza volta. Le accuse che mi rivolgono sono prive di fondamento e i migliori testimoni sono proprio i loro compagni di lista che sono rimasti a lavorare».

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