Interrogatorio preventivo: scontro Nordio M5S

 Valentina Stella dubbio 10 ottobre 2024

Un Ministro della giustizia molto critico ieri alla Camera ha replicato ad una interrogazione parlamentare del M5S in cui si stigmatizzava l’interrogatorio preventivo previsto dal cosiddetto ddl Nordio entrato in vigore da poco. In particolare i pentastellati hanno segnalato, tra gli altri, «il caso di un teste costretto a scappare e a trasferirsi in un'altra città, poiché la banda di pusher che aveva denunciato ne ha scoperto il nome ed è andata a minacciarlo nei pressi della sua casa». Ha replicato il Guardasigilli: «noi non sappiamo quali siano questi fenomeni indicati; non ne abbiamo conoscenza se non tramite notizie di stampa, che io peraltro non leggo, e che comunque dovrebbero essere coperte da segreto istruttorio. Quindi stiamo discutendo di vuota metafisica dell’intelletto». Detto questo, ha aggiunto, «l’interrogatorio preventivo è una scelta di civiltà. Esiste nei Paesi dove è nata la democrazia ed è preordinato a quella esaltazione della presunzione di innocenza. Nella mia esperienza di pm e di modesto studioso del diritto ho assistito troppe volte ad emissioni di ordinanze di custodia cautelare poi ribaltate dal Tribunale della Libertà o annullate dalla Cassazione perché non erano state tenute presenti le ragioni dell’imputato. Ragioni che se fossero state espresse prima dell’emissione dell’ordinanza avrebbero evitato la tragedia di persone che si sono trovate improvvisamente - caso Tortora insegna – incriminate, imprigionate, esposte al ludibrio dell’opinione pubblica spesso orientata da una stampa fasulla e sulle quali nessuno ha mai risposto, né ha pensato di risarcire, né ha chiesto scusa quando liberate». Ha poi terminato: «l’interrogatorio di garanzia poi non è comune a tutti i reati. Se leggete bene la riforma vedrete che è limitato a certe circostanze e non inficia minimamente quelle che sono le segretezze dell’istruttoria e dell’indagine, segretezze che spesso sono violate proprio dalla stampa che voi molto spesso invocate qui dentro». Ha replicato la deputata del M5S Valentina D’Orso: «L'unica cosa che avrebbe dovuto fare era scusarsi per i danni che la sua riforma sta già facendo. Avrebbe dovuto chiedere scusa a quel cittadino perbene che ha denunciato gli spacciatori e che se li è trovati sotto casa a minacciarlo ed è stato costretto a scappare in un'altra città. A causa della sua orribile riforma quegli spacciatori, prima di essere arrestati, hanno potuto leggere il nome del testimone negli atti dell'indagine messi a loro disposizione. Vi ricordate il video di Salvini che citofonava a casa di presunti spacciatori? Ora a causa della vostra riforma sono gli spacciatori che vanno a citofonare a casa dei testimoni. E non c'è niente da ridere». 

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