Carceri: CPT richiama Nordio

 Angela Stella Unità 30 ottobre 2024


Il giorno dopo la denuncia dell’associazione Antigone per cui “il numero delle persone detenute nelle carceri italiane ha superato le 62.000 unità. Era dal 2013, cioè dall'anno della Sentenza Torreggiani con cui la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo aveva condannato l'Italia per i trattamenti inumani e degradanti generalizzati nelle carceri italiane” il Ministro Nordio ieri ha ricevuto a via Arenula il Presidente del Comitato Prevenzione Tortura del Consiglio d'Europa, Alan Mitchell. L’impressione è che per il Ministro vada tutto bene, leggendo la nota diramata da via Arenula. Infatti in merito al sovraffollamento il Guardasigilli, ha ricordato l’avvio “di un piano di razionalizzazione ed ammodernamento del patrimonio edilizio carcerario sotto la guida del nuovo Commissario straordinario, Marco Doglio, finalizzato all’aumento dei posti detentivi anche attraverso la realizzazione di nuovi padiglioni”. Nordio ha poi affrontato con il presidente Mitchell il dramma dei suicidi nelle carceri, sul quale il Ministero sta intervenendo con grande attenzione: “abbiamo triplicato le risorse destinate al coinvolgimento di esperti psicologi, passando da 4,5 milioni a 14,5 milioni di euro di investimenti per la prevenzione dei suicidi; stiamo intervenendo in sinergia con altre amministrazioni come il Ministero del Lavoro e il Ministero della Salute, oltre che attraverso la collaborazione con l’associazionismo e con il mondo cattolico. Nei riguardi dei detenuti minorenni - ha precisato il Ministro - possiamo con sollievo affermare che non vi sono stati casi di suicidi negli Ipm”. In realtà l’incontro di ieri, come ci spiegano fonti interne al Cpt, avviene su richiesta proprio del Comitato perché la situazione delle carceri italiane è ritenuta preoccupante dall’organismo internazionale. Il Cpt aveva visitato ad aprile i Centri di permanenza dei rimpatri italiani ma non si era riusciti ad avere un effettivo “ final talk” con le autorità italiane né sulla situazione dei migranti né su quella carceraria. Da qui l’iniziativa di ieri anche per discutere di come l’Italia stia operando per dar seguito alle raccomandazioni dell’organismo internazionale che ha rilevato criticità per quanto concerne appunto il sovraffollamento, l’isolamento diurno, i suicidi, la mancanza di un vero approccio alla sorveglianza dinamica, l’applicazione oltre la ratio della legge del 41 bis.  Per Mauro Palma, già garante dei diritti delle persone private della libertà personale e già presidente anch’egli del CPT, “in un contesto di colloquio che si è svolto serenamente ieri, il Cpt però ha ritenuto di dover precisare che si attende che le autorità italiane si attivino per risolvere quei problemi che da molto tempo vengono segnalati e di dare effettività alle raccomandazioni che continuano a rimanere inevase. Il Cpt è costretto a ripeterle, ma se la situazione dovesse permanere la stessa sarebbe costretto a ricorrere a strumenti che non si addicono a un Paese di tradizione democratica ”. A ciò si aggiunge che ancora Riccardo Turrini Vita non occupa ufficialmente la poltrona di garante dei detenuti. Su questo Palma conclude: “c’è urgenza che la struttura torni ad essere pienamente funzionante anche con visite diverse da quelle fatte fino ad ora. Leggo di 58 visite in sei mesi: tuttavia per visitare un carcere e affrontare poi i problemi bisogna trattenersi a lungo e produrre rapporti pubblici su quanto osservato. Turrini Vita ha una lunga esperienza nel far funzionare le cose, anche sul piano internazionale; quindi spero che torni ad essere un luogo pienamente operativo per la tutela dei diritti dei detenuti e per la prevenzione di abusi”.

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