I numeri e le favole di Nordio

 Angela Stella Unità 30 luglio 2024

Ieri il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha diffuso due lunghi comunicati stampa sulle carceri: il primo dal titolo “Dal governo meloni piano di investimenti straordinario per migliorare le condizioni di esecuzione della pena”, il secondo “Governo meloni rafforza misure per personale”. Ha dato letteralmente tanti numeri tra milioni di euro stanziati, ad esempio, per assumere psicologi e mediatori culturali, a nuovi bandi e scorrimento graduatorie per assumere altro personale di polizia penitenziaria, e potremmo continuare per altre 6000 battute (tanto sono lunghe le note stampe). Peccato che non sia stata mai scritta la parola ‘suicidi’. Siamo arrivati a 60 dall’inizio dell’anno, benché il Garante Nazionale dei detenuti ci precisa: “57 accertati con referto e atto dell'autorità giudiziaria”. Inoltre come rilevato dal Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale i detenuti presenti nelle carceri italiane oggi sono 61.134; i posti regolarmente disponibili ammontano a 47.004, rispetto alla capienza regolamentare di 51.269 (con un divario di –4.240 posti). Da un ulteriore approfondimento si evince che tale criticità è dovuta all’attuale inagibilità di diverse camere di pernottamento e in alcuni casi di intere sezioni detentive (come per esempio San Vittore, dove l’indice di sovraffollamento si attesta al 224,38% ed è l’istituto che sui 190 detiene il massimo primato). A livello nazionale la criticità sovraesposta determina un indice di sovraffollamento del 130,06%.  Ed è subito polemica: per la deputata Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, “sovraffollamento e ormai troppi suicidi. La situazione nelle carceri sta esplodendo e dal ministro Nordio ancora non abbiamo risposte concrete su come affrontare il problema, ma solo numeri sul passato. Non possiamo più aspettare, il Governo non può voltare la testa, deve intervenire con urgenza e affrontare il problema”. Rincara la dose la vicepresidente dem del Senato, Anna Rossomando: “non si tratta di effettuare aggiustamenti, anche utili, sulle piante organiche attuali, ma di affrontare con misure immediate una situazione insostenibile. L'occasione è in Senato proprio in questi giorni con il Decreto carceri. In commissione governo e maggioranza irresponsabilmente hanno bocciato tutte le proposte emendative, ma c'è ancora l'aula dove gli emendamenti del Pd e di tutta l'opposizione su domiciliari nei casi di una pena residua non superiore ai 18 mesi, aumento delle telefonate per i detenuti, ampliamento delle misure alternative e dei giorni di liberazione anticipata, solo per citare alcuni esempi, unitamente a misure decisamente più incisive su polizia penitenziaria, educatori e psicologi, possono dare un grande contributo”. Critica anche Alleanza Verdi e Sinistra, che ha parlato attraverso Devis Dori, capogruppo nella commissione Giustizia della Camera: “Esiste una emergenza terribile nelle carceri: i suicidi. Le persone detenute si uccidono perché non vedono una prospettiva, non hanno speranza, ma solo una sofferenza a cui non vedono soluzione. A questo fenomeno occorre dare una risposta immediata. Il ministro Nordio dá molti numeri e dati su quanto è stato fatto, ma ad una lettura complessiva della sua azione sfugge il rimedio possibile al male attuale”. Intanto sempre ieri, Forza Italia con una piroetta da prima ballerina della Scala, ha scaricato la pdl sulla liberazione anticipata, dopo che per settimane aveva lasciato intendere che avrebbe appoggiato l’iniziativa. Non vale la pena mettere in crisi la maggioranza a causa del tema carcere.  “Il Ddl Giachetti è arrivato in ritardo, c'erano alcune cose positive ma il lavoro fatto con gli emendamenti approvati di fatto risolvono il problema. Con il testo uscito dalla commissione Giustizia, con una trattativa che ci ha visto come protagonisti, diventa superfluo il Ddl Giachetti”: così il segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante una conferenza stampa organizzata nella sede di Fi a Roma insieme al Partito Radicale per lanciare un'estate di mobilitazione e visite negli istituti di pena in tutta Italia. La commissione carcere dell’Ucpi, invece, in una nota ha parlato di “ennesima vergogna, troppo spesso taciuta, dei bambini in carcere, costretti, loro malgrado, a condividere la cella con le madri recluse. Una punizione da innocente che lascerà segni alla crescita e allo sviluppo, psico-fisico, del bambino, mentre i segni della nostra vergogna scivolano via come pioggia battente”. Il riferimento è a Giacomo, un bambino di circa 2 anni, che, vivendo a Rebibbia con la madre, è capace di dire solo: “Apri e chiudi”.

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