In arrivo un decreto sul carcere

 Valentina Stella Dubbio 18 maggio 2024

Il ministro Carlo Nordio lo aveva preannunciato a fine aprile al convegno ‘Senza dignità’ organizzato all’Università Roma Tre da Radio Radicale: «Dobbiamo superare il sistema carcerocentrico e il sovraffollamento, che è fonte di suicidi. Non di certo con una amnistia, che rappresenta un fallimento dello Stato e verrebbe negativamente compresa dai cittadini. Quello che occorrerà fare è limitare la carcerazione preventiva ed intervenire nei confronti di quelle persone condannate per reati minori e vicine al fine pena e per i tossicodipendenti». Come? «Rimodulando e affievolendo la detenzione, facendole ospitare dalle comunità, molte delle quali si sono rese già disponibili», aveva concluso il responsabile di Via Arenula. In quei giorni ancora non si sapeva quale strumento normativo l’Esecutivo avesse intenzione di utilizzare. Una delle ipotesi era un emendamento alla proposta di legge Giachetti-Bernardini sulla liberazione anticipata. Invece, adesso, da quanto appreso da fonti di Via Arenula, la soluzione sembra che sia stata messo nero su bianco e verrà presentata in un decreto legge durante lo stesso Consigli dei Ministri che licenzierà anche il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere e la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, probabilmente il 29 maggio. Che la direzione non fosse quella emendativa al testo in discussione nella Commissione giustizia della Camera lo si poteva però intuire dalle altre parole del guardasigilli nella stessa occasione di dibattito, durante la quale aveva altresì bocciato la proposta di legge del parlamentare di Italia Viva e della presidente di Nessuno Tocchi Caino: «una liberazione anticipata lineare può sembrare una resa dello Stato, sarebbe meglio se la deflazione, anche per numeri maggiori di detenuti, avvenisse con una detenzione alternativa». In realtà la pdl non prevede un automatismo nella concessione del beneficio ma la valutazione del magistrato di sorveglianza. Infatti si ipotizza di innalzare da 45 a 60 giorni ogni 6 mesi lo “sconto” previsto per la liberazione anticipata ordinaria, tuttora in vigore, come semplice estensione dello sconto di pena già concepito per i condannati che, a decorrere dal 1° gennaio 2016, abbiano ormai usufruito della liberazione anticipata per buona condotta grazie alla valutazione del magistrato di sorveglianza. Qualche settimana fa il Governo aveva fatto trapelare che avrebbe espresso parere favorevole su questa soluzione, cestinando invece l’altro articolo del progetto normativo del deputato renziano ossia la liberazione anticipata speciale, applicabile a fronte dell’emergenza sovraffollamento nei due anni successivi all’entrata in vigore della legge, e che avrebbe comportato un abbuono di 75 giorni ogni 6 mesi. Ora però il Governo e il Ministero della Giustizia vogliono intestarsi in prima persona la risposta e sarà difficile, a questo punto, che nei sessanta giorni necessari per la conversione del decreto legge esso venga abbinato alla proposta di legge Giachetti, la cui discussione in Commissione ha visto per ora uno stop, dopo il ciclo di audizioni. Il decreto legge dovrebbe anche prevedere l’aumento delle telefonate per i detenuti e in teoria un processo di snellimento per la concessione del beneficio, dando respiro alla magistratura di sorveglianza in affanno.  Come? Affidando la valutazione al pubblico ministero competente per l’esecuzione. Una via d’uscita simile dall’ingolfamento dei tribunali di sorveglianza era stata ricordata e appoggiata proprio sulle pagine del Dubbio da Rita Bernardini: «C’è una soluzione che è già stata proposta dalla commissione Ruotolo, istituita da Marta Cartabia, e che è sostenuta anche dalla autorevole presidente di un Tribunale di Sorveglianza, Silvia Dominioni di Bari: affidare al pm titolare dell’esecuzione, anziché ai Tribunali, il calcolo del maggior sconto di pena, i 30 giorni l’anno in più da riconoscere a tutti i detenuti che, dal 2016, hanno già fatto domanda per la riduzione di 45 giorni, e che hanno mantenuto la buona condotta. Si attiverebbe un automatismo in grado di liberare in poco tempo migliaia di detenuti». Significherebbe che almeno 5000 reclusi potrebbero lasciare la cella.  Il problema però è che se il Governo non intende appoggiare né l’aumento dello sconto della liberazione anticipata ordinaria, né tantomeno quella speciale, affidare al pubblico ministero la valutazione delle singole domande equivale a liberare pochissime centinaia di detenuti l’anno, altro che migliaia. 

Commenti

Post popolari in questo blog

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

Accuse al pm di Bergamo, il procuratore: seguo il dossier

Respinto appello Pg: Natale resta ai domiciliari