Sorteggio del Csm e carriere separate. L’uno-due di Nordio

 Valentina Stella Il Dubbio 1 maggio 2024


È circolata per qualche ora, ieri mattina, l’ipotesi che la riforma della separazione delle carriere e del Csm finisse immediatamente sul tavolo del Consiglio dei ministri. Previsione poi smentita: il ddl del guardasigilli Carlo Nordio sarà discusso a Palazzo Chigi attorno a metà maggio. Ma l’attenzione sul tema è già alta. E sembra mettere in allarme l’Anm, che ieri ha diffuso una risoluzione dell’Associazione europea dei giudici relativa alla doppia riforma: «Tali iniziative costituiscano un grave attacco all’indipendenza della magistratura», recita il documento, in cui si paventa addirittura un pericolo per «l’attuale equilibrio di poteri». Di certo, il testo di modifica costituzionale in arrivo da via Arenula non si limiterà a proporre il “divorzio” tra giudici e pm, ma conterrà anche l’introduzione del “sorteggio temperato” per l’elezione dei togati al Consiglio superiore. Su quest’ultima riforma, si erano registrati dei tentativi già nella precedente legislatura.

Nell’attuale, se n’è occupato il capogruppo dei FI in commissione Giustizia al Senato Pierantonio Zanettin, con una proposta di legge ordinaria. Adesso è pronto a intervenire il guardasigilli. Che preferirebbe riformulare l’articolo 104 della Costituzione. Ma sulla natura della riforma elettorale per Palazzo dei Marescialli, non si può escludere che alla fine il governo opti per una strada più calibrata, una legge ordinaria appunto. Bisognerà attendere un paio di settimane, per la versione definitiva del ddl costituzionale.

Nel frattempo, si celebrerà il congresso dell’Anm, in programma a Palermo dal 10 al 12 maggio. L’intenzione di Nordio è di non fornire alle toghe un ulteriore argomento di critica nei confronti del governo, considerato che nell’assise in Sicilia terrà banco già il caso Iolanda Apostolico, la giudice di Catania destinataria di pesanti critiche da parte dell’intera maggioranza. Il congresso dei magistrati non dovrebbe vedere la presenza del guardasigilli, impegnato con il G7 della Giustizia a Venezia. Ma l’idea di non ravvivare la polemica tra Esecutivo e toghe rischia di scontrarsi con l’atteggiamento già ostile alla riforma manifestato dal “sindacato” dei giudici, anche attraverso la citata sponda dell’Associazione europea di categoria ( composta dalle delegazioni di tutte le associazioni nazionali di magistrati del Vecchio Continente e di Israele): l’Eaj, nel sollevare l’allarme per la “doppia riforma” in arrivo, sollecita le Autorità italiane a «riconsiderare le proposte». Difficile che questo possa avvenire: si tratta di interventi su cui punta molto Forza Italia in vista delle Europee di giugno, come ribadito dal segretario azzurro e vicepremier Antonio Tajani ieri in un’intervista al Corriere della Sera: «La riforma della giustizia è una priorità, presto approveremo la separazione della carriere».

Sul ddl è critico il deputato e responsabile Giustizia di Azione Enrico Costa: «Da oltre un anno e mezzo c’è alla Camera la mia proposta di legge sulla separazione delle carriere. Abbiamo svolto decine di audizioni e ora che siamo pronti per andare avanti il governo decide di presentare una sua proposta simile alla mia. Solo per ostacolarla». In realtà in commissione Affari costituzionali giacciono quattro testi – oltre che di Azione, anche di Iv, FI e Lega – tutti molto simili. Tuttavia l’Esecutivo vuol mettere il proprio sigillo sulla riforma e governarne i tempi in modo da non sovrapporla al premierato. La proposta di Nordio prevederebbe due Csm, uno per la magistratura requirente e uno per quella giudicante. E come detto, il ministero è intenzionato a intervenire con una modifica della Carta anche per il sorteggio temperato dei togati Csm, e mettersi così al riparo da contestazioni di legittimità: nel rispetto del dettato costituzionale che vuole i togati «eletti» da tutti i magistrati ( articolo 104), si inciderebbe sulla fase iniziale del procedimento, prevedendo che i candidati al Consiglio superiore siano individuati, appunto, per sorteggio, per poi essere effettivamente eletti da tutti i magistrati.

Fonti di via Arenula ricordano come il guardasigilli abbia più volte parlato in pubblico della sua preferenza per il sorteggio, puro o più probabilmente temperato. «Il Csm - disse nel 2021 - si salva dalle correnti solo col sorteggio dei suoi componenti, così avremo reciso il legame che vincola elettori ed eletti, e avremo affidato il controllo della magistratura non alla politica, ma un organismo realmente indipendente». Non basta cambiare sistema elettorale: le correnti, aggiunse, «si dividerebbero i seggi in anticipo, e magari faranno accordi di desistenza, come i partiti nel ’ 94, con l’introduzione dell’uninominale».

Lo schema è assai gradito a Forza Italia. In commissione Giustizia al Senato è, come detto, già a un buon punto di avanzamento l’esame della proposta Zanettin su “Modificazioni alla legge 24 marzo 1958”, che va nella stessa direzione del governo. Ma anche sul sorteggio si è espressa criticamente l’Eaj, secondo cui la proposta «non è coerente con l’esigenza di una scelta democratica nell’ambito della magistratura. Non solo si deve garantire l’indipendenza esterna dei giudici, ma anche l’indipendenza in seno alla stessa magistratura».

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