Intervista a Walter Verini

 Valentina Stella Dubbio 7 maggio 2024

Il ddl costituzionale per la separazione delle carriere e la riforma del Csm è nelle fasi conclusive di elaborazione. Secondo indiscrezione dovrebbe contenere anche l’istituzione di un’Alta Corte per il disciplinare di tutte le magistrature e il sorteggio temperato per i membri togati del Csm. Ne parliamo con il senatore dem Walter Verini.

Senatore siete d’accordo sull’istituzione di un’Alta Corte?

Noi siamo favorevoli all’Alta Corte, tanto è che l’abbiamo proposta già nel dibattito pubblico nella precedente legislatura durante le riforme cosiddette Cartabia e l’abbiamo formalmente proposta con un disegno di legge depositato in Senato il 13 ottobre 2022, primo giorno utile per presentare ddl dopo le elezioni del 25 settembre, a prima firma Rossomando. 


Quindi qual è il problema?

Il dibattito della precedente legislatura e il ddl presentato all’inizio di questa si trovavano all’interno di un quadro in cui c’erano le riforme dell’ex Ministra Cartabia che andavano secondo noi attuate e non stravolte, e non avevamo ancora la sensazione che questo Governo avesse intenzione di riaprire fino a questo punto la guerra contro la magistratura. Questo governo inserisce questa ipotesi di un’Alta Corte all’interno di una proposta, di cui non abbiamo letto ancora nulla di ufficiale, che è un vero e proprio schiaffo alla separazione dei poteri e all’indipendenza della magistratura. Quale dialogo potrebbe esserci se resta questo il contesto all’interno del quale si colloca?


Cosa prevede la vostra proposta?

Noi pensiamo all’Alta Corte come a una sorta di “giudice di Appello”: nel Csm resterebbe una sezione disciplinare che giudica i magistrati mentre l'Alta corte sarebbe un giudice di appello e ricorso per tutte le magistrature. Tutte le impugnazioni sarebbero trattate lì. Sarebbe composta da quindici personalità con le stesse caratteristiche dei componenti della Corte Costituzionale: un terzo eletti dal Capo dello Stato, un terzo dalle Camere e un terzo dalle magistrature.


Se quindi il Governo andrà avanti, voi sarete favorevoli?

Attenzione, l’Esecutivo non sta presentando una proposta sull’Alta Corte ma, da quello che si legge, sta attentando alla separazione dei poteri, come dicevo prima, perché quello che si prevede è innanzitutto una separazione delle carriere. Si tratta di una norma simbolo e del tutto inutile nel merito perché ci sono solo circa venti passaggi di funzione all’anno tra giudicanti e requirenti. Inoltre la riforma Cartabia ha già ridotto ad uno solo il passaggio. Noi crediamo inoltre in una cultura della giurisdizione complessiva: è bene che i magistrati possano cambiare funzioni durante la loro carriera. Aggiungo che ci sono state delle indicazioni europee molto chiare qualche anno fa da parte del Comitato dei Ministri che addirittura parlavano, riferendosi anche al nostro Paese, di ‘utilità di passerelle funzionali’. Più in generale dobbiamo dire che in questa maggioranza c’è un patto scellerato su tre “totem” che prima delle Europee la Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia vogliono agitare e che sono rispettivamente: l’autonomia differenziata, il premierato e la riforma della giustizia. Sono tre elementi che colpiscono l’attuale ordinamento costituzionale e che noi consideriamo profondamente sbagliati. La prima accentua le divisioni nel Paese accentuando le diseguaglianze,  la seconda colpisce il Parlamento e il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica, sulla terza ho già detto. Siamo preoccupati per una deriva davvero autoritaria, alla quale va aggiunto l’attacco al mondo dell’informazione e al servizio pubblico.



Si ipotizza anche di eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. Qual è la vostra posizione in merito?

Se a questa previsione aggiungiamo che dovrebbe essere la politica a stabilire le priorità, temo che quelle che potrebbe indicare questo Governo come priorità potrebbero essere i rave party, gli imbrattatori invece che i reati di corruzione con la Pubblica Amministrazione.  


Anche la Cartabia prevede che sia il Parlamento a delinearle e in realtà ancora non lo ha fatto.

Ma sulle linee generali, lasciando ovviamente agli organi della giurisdizione determinarle nel dettaglio nel quadro dell’obbligatorietà e non della discrezionalità dell’azione penale.

 

La riforma Nordio prevederebbe anche il sorteggio dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura.

Noi vogliamo andare nella direzione della lotta al correntismo e al carrierismo ad esso legato e non contro le aree politico culturali all’interno della magistratura che rappresentano un bene per il dibattito. E in questo senso va l’Alta Corte. Noi abbiamo introdotto nella riforma Cartabia dei meccanismi che andavano nella direzione di mitigare quei fenomeni anche se la chiave sarà sempre quella di una autorigenerazione della magistratura. Però l’idea del sorteggio significa delegittimare per intero la magistratura; se si aggiunge anche la norma sui test psico-attitudinali si va veramente verso una deriva pericolosa e inaccettabile: in politica come in magistratura non è vero che uno vale uno. Al Csm devono esserci le toghe più brave, quelle che vengono selezionate ed elette dal Parlamento e dai magistrati per la loro dottrina, il loro percorso, la loro autorevolezza. 


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