Ritirare i codici nella seconda fase della prova non ha senso: i candidati così vengono penalizzati

 di Valentina Stella Il Dubbio 16 aprile 2021

«In questa nuova disciplina c'è un passaggio privo di logica e davvero penalizzante: ritirare i codici per i secondi 30 minuti, privando il candidato dell’unico vero strumento di lavoro di questa professione» : così l'avvocato Rino Mazzilli, direttore della Scuola forense di Trani.

Avvocato la soddisfa questo nuovo esame?

Stiamo parlando di una disciplina derogatoria in un contesto emergenziale. Se l'emergenza dovesse proseguire bisognerà affinare questa nuova disciplina. Infatti non tutti i mali vengono per nuocere: ci è voluta una pandemia per costringere i piani alti a riflettere sulle modalità dell'esame. Bisogna cogliere questa occasione per ragionare, anche per il futuro, su nuove architetture di questa importante fase dell’accesso alla professione forense, in armonia con i percorsi formativi delle Scuole forensi.

La prova è più semplice?

Sembrerebbe che la prova sia più semplice rispetto al passato. In realtà, si è semplificato solo il contesto organizzativo e la logistica in funzione

del contenimento dei rischi di assembramento. Ma se pensiamo alla prova in sé ritengo che le soluzioni previste siano state poco ponderate. I candidati, per ciò che attiene alla formulazione dei quesiti, sono lasciati alla gestione delle singole subcommissioni, si ritroveranno verosimilmente esposti al rischio di un trattamento disomogeneo su tutto il territorio nazionale. Inoltre dovranno cimentarsi con una gestione del tempo non equilibrata, soprattutto nel rapporto tra il tempo da dedicare all'esame preliminare del caso e la durata dell'esposizione argomentativa. Poi in questa nuova disciplina c'è un passaggio privo di logica e davvero penalizzante: ritirare i codici per i secondi 30 minuti, privando il candidato dell’unico vero strumento di lavoro di questa professione. Ciò non avviene neanche a noi avvocati in aula di udienza. Quindi Lei è d'accordo ad aumentare il tempo dell'analisi e a diminuire quello della soluzione? Assolutamente sì. Per discutere e argomentare con un linguaggio giuridico appropriato per mezz'ora c'è bisogno almeno di un'ora e mezza di preparazione. Teniamo presente che i

primi 30 minuti il candidato non li sfrutta pienamente: dovrà gestire lo stress e capire bene gli elementi della traccia. Sarebbe difficile anche per un avvocato esperto fare tutto il lavoro propedeutico all’esposizione in così poco tempo. Però vorrei anche tranquillizzare i ragazzi.

Prego.

Il tempo e le energie dedicate fino a gennaio per la preparazione finalizzata allo scritto non andrà perso: il processo mentale per poter capire e interpretare la traccia, coglierne il quesito sotteso e comporre un quadro normativo attinente è un lavoro che vale e darà i suoi frutti anche per questa nuova prova orale.

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