Cartabia: vaccinare subito nelle carceri

 di Angela Stella Il Riformista 3 aprile 2021


«I contagi in carcere sono una preoccupazione sempre presente. Insieme al capo Dap Bernardo Petralia e al Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma, monitoriamo costantemente la situazione e facciamo tutto il possibile per seguire l'andamento delle vaccinazioni nelle comunità detentive nella loro unitarietà. E soprattutto nelle regioni dove si procede con più lentezza»: con questa dichiarazione al Riformista la Ministra della Giustizia Marta Cartabia vuole rassicurare l'intera comunità penitenziaria, in primis i detenuti, circa l'attenzione del Governo verso l'emergenza sanitaria in carcere. Il carcere come luogo di comunità - detenuti e detenenti amava dire Marco Pannella - è un concetto che è sempre stato a cuore alla Ministra e lo dimostrano nuovamente con queste parole importantissime in tali giorni difficili negli istituti di pena, dove la paura del contagio cresce. Secondo infatti quanto riportato in un comunicato diramato ieri dal sindacato Uilpa « sono 750 i detenuti e 716 gli operatori positivi alle ore 21.00 di ieri sera». Bisogna comunque dire che la maggior parte dei detenuti contagiati sono asintomatici. Da tutta Italia arrivano segnalazioni di focolai: a Reggio Emilia sono 74 i detenuti positivi, 48 invece le donne positive al Covid19 nel carcere di Rebibbia femminile, come segnale il garante regionale Anastasia:«Nessuna grave, per fortuna. Tra loro anche una mamma con il figlio. Non li hanno potuto separare, mamma positiva e figlio da verificare, perché il piccolo ha solo un mese di vita. Un mese! Ed è in carcere con la mamma, e con il Covid. Punto». Nessuno nega il momento complicato: la preoccupazione soprattutto in una comunità chiusa come quella del carcere è più forte di quella che possiamo percepire noi uomini liberi.  Ma la Guardasigilli si è adoperata in prima persona per imprimere una accelerazione delle vaccinazioni, pur non essendo di competenza del Ministero ma delle Asl regionali. Lo conferma questa sua ulteriore dichiarazione al nostro giornale: «Nei giorni scorsi, io ho chiamato il commissario Francesco Figliuolo, per assicurarmi che il piano vaccinale prosegua alacremente. Spero davvero che al più presto l'intera comunità del carcere, come tutto il Paese, possa ritrovare la sua serenità». Secondo i dati ministeriali aggiornati al 30 marzo sono rispettivamenti 4540 e 13592 i reclusi e gli agenti di polizia penitenziaria vaccinati. Ma la macchina della vaccinazione sta si velocizzando, anche se a macchia di leopardo. Lo conferma anche il fatto che il Garante Palma abbia bacchettato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio per i ritardi e la strategia seguita nelle vaccinazioni nelle carceri. I due hanno avuto uno scambio epistolare che ha lasciato insoddisfatto Palma. «Non è assolutamente condivisibile - scrive Palma -  una strategia che si basi sugli interventi laddove focolai di contagio si sono già sviluppati», come nei casi delle carceri di Asti, Cuneo e Saluzzo. «Ma anche perchè tra le sue parole non riesco a intravedere - prosegue Palma - date certe di avvio della fase di diffusa e capillare vaccinazione delle persone ristrette e di coloro che in carcere operano», a ribadire l'importanza del senso di comunità.  Il garante Palma ricorda che in base al Piano Nazionale «Polizia penitenziaria, personale carcerario, detenuti costituiscono categorie e setting prioritari a prescindere dall'eta' e dalle condizioni patologiche. Posizione del resto opportunamente riportata dalla stessa Ministra della Giustizia, proprio per chiarire la direzione della strategia adottata». Un messaggio di cautà positività arriva anche dai vertici del Dap Petralia e Tartaglia in un messaggio di auguri rivolto all'amministrazione: «La pandemia è diventata un flagello esistenziale, che ha modificato tanto, troppo. Un flagello però per il quale, meglio di prima ,si intravede una via d'uscita che vogliamo credere definitiva e risolutoria».

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