Questo modus operandi potrebbe essere la norma anche dopo l’emergenza

 di Valentina Stella Il Dubbio 16 aprile 2021


Per l'avvocato Giovanni Vaglio, direttore della Fondazione scuola forense Alto Tirreno, il nuovo esame d'avvocato potrebbe divenire anche la norma una volta superata l'emergenza pandemica.

Avvocato, come giudica questa nuova modalità?

Questa nuova idea, di per sé, non è male; tra l'altro si avvicina a quella che dovrebbe essere la professione d'avvocato che richiede specifiche capacità: di ragionare, di argomentare, di riflettere sul caso. Ritengo che forse sia anche meglio della prova scritta che c'era nella versione standard d'esame.

Nessuna difficoltà quindi?

Forse qualche difficoltà può derivare dal fatto che sia una novità: i praticanti si stavano preparando per un esame scritto; in pochi mesi invece hanno dovuto convergere sulla tipologia interamente orale. Si tratta quindi di una sfida interessante da dover affrontare, ma non escludo che si potrebbe

ragionare affinché questa nuova modalità vada a sostituire, anche dopo l'emergenza sanitaria, quella tradizionale. L'esame classico, così come lo conosciamo noi, dimostra sicuramente competenze teoriche, ma non la capacità professionale dell'avvocato.

Una proposta potrebbe essere anche quella di mantenere la prova scritta ma eliminare l'orale con le 5 materie e sostituirlo con lo studio di un caso.

Quindi secondo Lei l'assenza di prova scritta non mette in dubbio una reale valutazione della preparazione del candidato?

Qui entra in gioco la preparazione delle commissioni. Siccome i quesiti, da quello che so, verranno preparati dalla singole commissioni e non a livello centrale ministeriale, è importante non generare disparità di trattamento. È chiaro che bisognerà riflettere su questo: ci dovrebbero essere dei criteri standard per la redazione degli atti e sui criteri della valutazione.

Però messe a punto queste cose, a mio parere potrebbe davvero divenire una prova interessante di selezione.

Lei che stati d'animo percepisce nei praticanti?

Si stanno molto impegnando perché si rendono conto che è una prova più difficile dello scritto. Si offrono al candidato 30 minuti per analizzare il caso: occorrono notevoli competenze sulla tecnica di lettura, di diritto processuale e sostanziale, ma anche capacità di sintesi. Per me sarebbe stato meglio dare 60 minuti per lo studio del caso.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue