È il giusto compromesso in questa fase pandemica Ma sia solo un’eccezione

 di Valentina Stella Il Dubbio 16 aprile 2021

Secondo l'avvocato Paolo Doria, direttore didattico e scientifico della Scuola di formazione forense dell’Ordine degli avvocati di Vicenza, la nuova tipologia di esame forense «è il giusto compromesso in questa fase pandemica ma non diventi la norma». Avvocato, che ne pensa di questo nuovo esame?

Il giudizio è positivo tenendo presente la situazione pandemica. L'alternativa era quella di rinviare l'esame e, considerata l'aspettativa che c'è da parte dei tirocinanti di poter sostenere la prova, già rinviata di qualche mese, credo che sotto questo profilo l'iniziativa del ministero della Giustizia

sia assolutamente condivisibile. Non crede che questa nuova modalità possa rimanere anche passata la pandemia? Su questa ipotesi non sono affatto d'accordo. La professione forense presuppone un requisito imprescindibile, ossia che il candidato sappia comporre un elaborato giuridico argomentativo scritto in lingua italiana. Non ci sono ruoli dell'avvocatura in ambito giudiziario che non prevedano la capacità di scrivere un atto persuasivo. Quindi, a mio modo di vedere, la prova ordinaria per l'ammissione alla professione non può fare a meno di un componimento scritto. Qual è il suo parere circa la prima prova che consiste nel risolvere un caso?

La accolgo favorevolmente. Sono un assertore del metodo casistico come metodo didattico per eccellenza nella formazione forense. Secondo Lei non sono troppo pochi 30 minuti per analizzare il caso? Certamente sono pochi per valutare un caso ovviamente non banale. Però tutto dipende dalla difficoltà dei quesiti che verranno proposti. E sappiamo

che questo verrà fatto in base a Linee guida che verranno emanate nei prossimi giorni. Poi c'è da scontrarsi con un'altra situazione che è quella relativa alle risorse disponibili. Se noi dovessimo dare un tempo maggiore a ciascun candidato per la prima prova, quante altre sottocommissioni ci vorrebbero per finire in tempi ragionevoli la valutazione di tutti i 26.000 candidati? Forse più di un anno. Secondo Lei la mancanza di una prova scritta non mette in dubbio una reale valutazione della preparazione? Sotto il profilo della capacità di comporre uno scritto giuridico seguendo i crismi della retorica forense sicuramente sì: è un esame che presenta una grave lacuna. Sarà spostato tutto sulla capacità espositiva che è pur sempre una abilità la quale, soprattutto nell'avvocato penalista, è imprescindibile.

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