Oggi la Cassazione decide su ostativo
Valentina Stella Il Dubbio 25 gennaio 2023
Oggi la prima sezione penale della Corte di Cassazione, riunita in Camera di Consiglio, dovrà pronunciarsi sul caso di Salvatore Pezzino, detenuto che, seppur ergastolano ostativo non collaborante, aveva chiesto l’accesso alla liberazione condizionale ben due anni fa. Questa vicenda va ormai avanti dal 2020 e tra continui rimpalli non si è mai giunti a dama. LE PUNTATE PRECEDENTI Ripercorriamo brevemente le tappe. La sua richiesta di accesso al beneficio era stata dichiarata inammissibile dal Tribunale di sorveglianza de L’Aquila, in assenza di una sua dichiarata collaborazione con la Giustizia. L’istanza per ottenere la declaratoria circa l’impossibilità della collaborazione venne dichiarata inammissibile. Contro tale ordinanza l'avvocato di Pezzino, Giovanna Beatrice Araniti, aveva proposto ricorso in Cassazione. Piazza Cavour aveva sollevato dubbio di legittimità costituzionale. Il relatore Giuseppe Santalucia aveva scritto: “L'esistenza di preclusioni assolute all'accesso alla liberazione condizionale si risolve in un trattamento inumano e degradante, soprattutto ove si evidenzino progressi del condannato verso la risocializzazione; e ciò perché, in tal modo, il detenuto viene privato del diritto alla speranza”. Con l’ordinanza 97/2021 (relatore Nicolò Zanon) la Corte Costituzionale ritenne l’ergastolo ostativo incompatibile con la Costituzione stigmatizzando la preclusione assoluta all’accesso ai benefici per i mafiosi che non collaborano ma diede un anno al Parlamento per fare una nuova legge in materia. Dinanzi ad un Legislatore incapace di assolvere il suo compito, a maggio 2022 la Consulta concesse incredibilmente nella solita ottica di “leale collaborazione istituzionale” altri sei mesi a Camera e Senato per portare a termine l’elaborazione di una legge, passata poi solo a Montecitorio ma in stallo a Palazzo Madama. E arriviamo all’autunno dello scorso anno quando il governo di destracentro, pochi giorni prima della ennesima udienza in Corte costituzionale, ha introdotto una nuova disciplina mediante decreto legge (nel pacchetto dl anti-rave) poi convertito in extremis dal Parlamento a fine dicembre. Preso atto di ciò, la Consulta l’8 novembre 2022 (ord. n. 227/2022) ha restituito gli atti alla Cassazione. LE PARTI IN CAUSA Oggi dunque non ci sarà udienza pubblica ma gli ermellini decideranno nelle loro stanze. La Procura Generale non ha presentato memoria. Si rimette a quella del 2020 in cui chiedeva il rigetto del ricorso di Pezzino per accedere alla libertà condizionale, in quanto non era stata accertata l’inesigibilità/impossibilità della collaborazione. La difesa invece con l’avvocato Araniti ha presentato una memoria di 19 pagine, alla fine della quale chiede alla Cassazione di sollevare nuovamente dubbio di legittimità dinanzi alla Corte Costituzionale. LE ALTERNATIVE DELLA CASSAZIONE Partiamo dal presupposto che sulla scrivania dei giudici, nel loro fascicolo, c’è il ricorso di Pezzino, l’ordinanza con cui a giugno 2020 hanno sollevato questione di costituzionalità, e la legge voluta dal Governo Meloni. Gli scenari possibili sono tre (i primi due quelli più probabili), a partire dalla valutazione dell’ordinanza del 2020 con la nuova disciplina. Il primo: essendo oggi possibile anche per un ergastolano ostativo non collaborante aspirare alla liberazione condizionale, in quanto de iure non esiste più una preclusione assoluta a richiederla, i giudizi di Cassazione potrebbero rinviare gli atti al Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila affinché sia esso ad applicarla al caso specifico. Il secondo: rinviare direttamente alla magistratura di sorveglianza perché determini se ci sono i presupposti per richiedere l’accesso al beneficio da parte del Pezzino. Il Tribunale a sua volta potrebbe nuovamente sollevare dubbio di legittimità costituzionale. Il terzo: Santalucia & Com potrebbero loro stessi rinviare alla Corte Costituzionale. L’ergastolano ostativo, come evidenziato da diversi costituzionalisti, con la nuova norma si trova a dover superare una prova diabolica per accedere al beneficio. Le condizioni di ammissibilità alla liberazione condizionale risultano adesso più gravose rispetto al passato. Pensiamo al fatto che viene innalzato il limite di accesso della pena da 26 a 30 anni alla liberazione condizionale, per l’ergastolano ostativo non collaborante che non abbia ottenuto la declaratoria di inesigibilità/irrilevanza/
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