Relazione sull'attività della giustizia amministrativa

Valentina Stella Il Dubbio 31 gennaio 2023 Ieri mattina alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra e i presidenti di Camera e Senato, si è svolta la cerimonia di insediamento del presidente del Consiglio di Stato Luigi Maruotti e di presentazione della “relazione sull'attività della giustizia amministrativa” per il 2022. Maruotti è stato nominato presidente del Consiglio di stato il 13 gennaio in seguito alla morte di Franco Frattini avvenuta la sera del 24 dicembre 2022. La sua “prematura scomparsa" ha detto il neo presidente “ha privato la nazione di una eminente personalità e la Giustizia amministrativa di una autorevolissima guida, me e tantissimi di noi di un caro amico”. È poi passato all’analisi della situazione attuale: “nel 2022 è stato abbattuto in modo consistente l’arretrato anche per conseguire gli obiettivi fissati dal P.N.R.R.”. In particolare “si è assistito, infatti, ad una sensibile diminuzione delle pendenze rispetto al 2021: presso le Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato, tale diminuzione al 31 dicembre 2022 è stata pari al 21,6%, il che ha consentito di raggiungere l’obiettivo intermedio previsto dal P.N.R.R.”; e la “riduzione dell’arretrato ha caratterizzato anche i Tribunali Amministrativi Regionali, presso i quali le pendenze sono diminuite al 31 dicembre 2022 del 12,1%”. Poi un richiamo alla chiarezza e tempestività delle decisioni: “affinché le pronunce di giustizia siano effettive, e ciò rileva soprattutto per le pronunce della Magistratura amministrativa, esse devono essere chiare, tempestive e di agevole esecuzione”. Occorre innanzitutto “uno sforzo di chiarezza. Le nostre decisioni sono date in nome del Popolo e si rivolgono essenzialmente alla Pubblica amministrazione e a quanti entrano in contatto con essa - ha sottolineato - Un linguaggio chiaro e un argomentare sintetico, che facciano capire con immediatezza le ragioni della decisione, saranno in grado di tracciare le linee interpretative di indirizzo, ponendo in tal modo le basi per una applicazione giusta ed eguale delle regole per tutti i consociati”. Una questione che sta preoccupando molti è il nuovo decreto legge del Governo in merito alle controversie sugli appalti Pnrr: per evitare che le opere si incaglino presso i vari Tar regionali, con tempi ad oggi non sostenibili, l’Esecutivo vuole una sorta di camera unica di giudizio presso il Tar Lazio. Questo altresì per garantire che cause simili non abbiano giudizi diversi frutto della differente interpretazione dei giudici dei Tar regionali. A tal proposito Maruotti ha precisato: “Nei processi in materia di appalti pubblici, dove sensibile è la contrazione dei tempi processuali, la durata media di un giudizio è di 111 giorni in primo grado e 159 giorni in appello. Ma vorrei rimarcare che i tempi sono contenuti anche nelle altre materie, per le quali non sono state introdotte disposizioni speciali. In media, un ricorso in materia di immigrazione è definito in 95 giorni in primo grado e 195 giorni in appello; in tema di lotta alla criminalità organizzata (ad esempio in caso di impugnazione di misure interdittive), il giudizio è definito, in media, dal Tar in 130 giorni e in secondo grado in 142 giorni; in materia edilizia (ad esempio in caso di impugnazione del diniego di rilascio del permesso di costruire), in 114 giorni in primo grado e 190 giorni in secondo grado. Questi tempi risultano in linea o addirittura inferiori alla media europea”. “Ritengo, pertanto, che non siano necessarie ulteriori riforme processuali che incidano sul contraddittorio tra le parti, rischiando altrimenti di ledere il diritto alla difesa, garantito dagli articoli 24 e 111 della Costituzione”. Anche nel suo intervento la presidente del Cnf, Maria Masi, si è soffermata, tra l’altro, su questo punto: “La Giustizia amministrativa può contribuire, insieme a tutte le altre Istituzioni della Repubblica, a rendere possibile l’attuazione del PNRR. In questa azione l’Avvocatura non manca e non mancherà di dare il proprio contributo ma ha anche il dovere di manifestare preoccupazione per gli annunciati provvedimenti d’urgenza che a cominciare dall’accentramento di competenza funzionale incideranno in maniera non trascurabile sulle funzioni della magistratura e dell’avvocatura in nome dell’economia”. Stessa preoccupazione partecipata da Gia Serlenga, Presidente dell'Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma) che al Dubbio dice: “Volendo superare – e non possiamo farlo - il vincolo costituzionale dell’art.125, che ha delineato un giudice amministrativo territoriale, dovremmo fare i conti con il sovraccarico del Tar centrale e, quello consequenziale, della concentrazione nei relativi ruoli di colleghi neo-assunti che, senza l’esperienza dei colleghi più anziani, devono misurarsi con questioni complesse da risolvere in tempi strettissimi, che pare si vogliano contrarre ulteriormente. Né può tacersi l’assenza di qualsivoglia ragione giustificativa di una nuova competenza funzionale che distolga le questioni dal giudice naturale: la natura del finanziamento (PNRR)? Un’asserita uniformità di indirizzo interpretativo già garantita dal Consiglio di Stato? Sono appalti diversi tra loro, gestiti dalle Regioni, anche con applicazione di norme regionali, sicché i contrasti interpretativi potrebbero addirittura moltiplicarsi. C’è poi il tema delle autonomie territoriali. Chiederemo di essere sentiti, ma non certo per difendere posizioni corporative”.

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