Carcere, l'allarme dei penalisti: subisto amnistia e indulto

 

di Angela Stella Il Riformista 11 novembre 2020

 

L’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali Italiane "rivolge al Parlamento l’invito ad emanare l’amnistia e l’indulto, parole oggi impronunziabili, ma istituti disciplinati dagli artt. 151 e 174 del Codice Penale e regolamentati, nella loro applicazione, dall’art. 79 della Costituzione". Le ragioni alla base di tale appello risiedono nei dati allarmanti sulla diffusione del virus nelle carceri:  "una crescita esponenziale non può attendere oltre una immediata soluzione" dicono i penalisti che monitorano gli istituti di pena. Infatti, secondo uno studio del Consiglio d'Europa pubblicato ieri sugli effetti a medio termine della pandemia sulla popolazione carceraria, l'Italia è tra i Paesi europei che hanno segnalato il più alto numero di persone contagiate dal Covid-19 tra le mura delle prigioni. I numeri che provengono dal Dap e aggiornati alla sera dell'8 novembre parlano di 537 positivi al Covid fra i reclusi e 728 contagiati fra gli operatori. Per questo dalla mezzanotte di oggi l'esponente radicale Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, ha iniziato uno sciopero della fame: " è irresponsabile - ci dice -  il comportamento del Governo e del Parlamento di fronte all'espandersi della pandemia nelle carceri. Amnistia, indulto, liberazione anticipata speciale, modifica del decreto ristori : qualcosa va fatto subito".

Il Governo, sottolineano gli esponenti dell'Osservatorio Carcere Ucpi, nel dividere l'Italia in base alle singole criticità regionali ha emanato un provvedimento "che pone problemi di costituzionalità, perché incide su diritti fondamentali dei cittadini", ma lo ha dovuto fare per evitare di " infliggere il colpo mortale all’economia del Paese". E allora, si chiedono, perché non prevedere anche per il carcere misure eccezionali in risposta alla drammaticità della situazione? "I provvedimenti adottati sino ad ora appaiono totalmente inadeguati ad affrontare la nuova ondata del virus, che si presenta molto più pericolosa e cruenta della prima". E allora si abbia il coraggio politico di discutere di amnistia e indulto: " i due istituti rispondono alla necessità di un migliore funzionamento della macchina giudiziaria, riducendo, da un lato, i procedimenti penali pendenti in numero troppo elevato e consentendo, dall’altro, la diminuzione del sovraffollamento negli istituti di pena dove, in molte realtà, la detenzione si concretizza in trattamenti inumani e degradanti ed oggi costituisce un concreto pericolo per la sopravvivenza. Possono sembrare di fatto provvedimenti di “resa” dello Stato, che non riesce a portare a termine il percorso di accertamento del reato ovvero di punizione del colpevole. In realtà essi possono rappresentare il vero acceleratore del funzionamento di un sistema in realtà impantanato". Si è comunque consapevoli che con i 5 Stelle al Governo e questo Parlamento è quasi impossibile che vengano approvati questi due provvedimenti. Pertanto l'Osservatorio indica anche altre soluzioni di più facile attuazione per eliminare le preclusioni alla detenzione domiciliare: "innalzare la soglia di detenzione residua per la concessione del beneficio da 18 a 24 mesi, lasciando l’applicazione dei c.d. braccialetti elettronici alla valutazione concreta del magistrato ove davvero disponibili; eliminare la preclusione allo scioglimento del cumulo, consentendo così l’applicazione del beneficio in questione per la parte di pena residua per reato comune; introdurre la liberazione anticipata speciale di 75 giorni per ogni semestre di pena espiata come avvenne per dare risposte immediate al Consiglio d’Europa dopo la Sentenza “Torreggiani”; prevedere per il giudice, chiamato ad emettere una misura cautelare custodiale in carcere, di considerare, nella valutazione delle concrete esigenze cautelari, l'attuale emergenza sanitaria per il “coronavirus” unitamente al persistente sovraffollamento, favorendo, piuttosto, gli arresti domiciliari".

 

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