Camera penale di Roma, la corsa ora è a 3: si vota a inizio dicembre

 di Valentina Stella Il Dubbio 3 novembre 2020

Scende in campo un nuovo candidato alla presidenza della Camera penale di Roma: agli avvocati Vincenzo Comi e Ciccio Romeo si aggiunge Francesco Gianzi con la lista “Aria Nuova” e la seguente squadra per il direttivo: Pierfrancesco Bruno, Paola Cittadini, Domenico di Tullio, Vincenzo Dresda, Ilenia Guerrieri, Pierluigi Mancuso, Domenico Naccari, Angela Porcelli. Intanto giovedì scorso l’attuale consiglio direttivo della Camera dei penalisti romani ha reso noto che le elezioni per il rinnovo delle cariche, inizialmente previste per il 9 novembre, sono state rinviate al 2, 3 e 4 dicembre «al fine di valutare un miglioramento delle attuali condizioni di sicurezza e considerare la possibilità di partecipare alla tornata elettorale mediante meccanismi telematici».

Tiene ancora banco, sul

fronte giustizia, il pacchetto di misure appena varato dal ministro Alfonso Bonafede per fronteggiare l’emergenza da covid- 19 senza fermare l'attività giurisdizionale. Abbiamo chiesto un parere su questo ai tre candidati presidenti. L’avvocato Vincenzo Comi osserva come «i giorni drammatici che viviamo» impongano «anche nella giustizia penale» due direttrici: «Realismo ed etica della responsabilità. La linea del Piave», dice Comi, «è il processo in aula, ma è necessario un forte impegno per sfruttare le tecnologie nella preparazione della difesa. Siamo di fronte a nuove e imprevedibili dinamiche nei rapporti con gli uffici giudiziari, ma la giustizia penale deve funzionare, perché è un servizio essenziale per i cittadini e per gli stessi equilibri della democrazia».

L’avvocato Francesco Gianzi apprende «con moderata soddisfazione le novità introdotte dal cosiddetto pacchetto giustizia, che ha sostanzialmente accolto le richieste formulate dall’avvocatura e in particolare dall’Unione delle Camere penali italiane: da un lato è salvo il dibattimento in presenza delle parti, garantendo quindi l’oralità e la presenza fisica dei contraddittori, dall’altro lato l’emergenza sanitaria sembra invece aver accelerato quel percorso necessario di informatizzazione del processo penale. Si accolgono con entusiasmo in particolare

le novità introdotte in relazione all’articolo 415 bis nonché i benefici concessi alla popolazione carceraria. Si auspica che a breve si possa accedere telematicamente al fascicolo depositato dal pubblico ministero e soprattutto che questa volta la giustizia non si fermi».

Il più critico invece è l’avvocato Ciccio Romeo: «Il processo penale subisce una notevole torsione regressiva. Siamo consapevoli della situazione attuale, ma siamo fermamente convinti che il “giusto processo” sia solo quello che si svolge in un’aula di giustizia in presenza delle parti processuali e alla presenza del pubblico. Da oggi e fino al 31 gennaio prossimo, oltre ad assicurare il diritto di difesa ai nostri assistiti, diventa necessario “difendere” il codice di rito, per evitare che l’emergenza attuale si trasformi nella regola di domani. Occorre ribadire, sempre e in ogni occasione, il dissenso alla celebrazione del processo da remoto»

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