Cannabis, senza terapie si rivolge al Quirinale

 di Valentina Stella Il Dubbio 18 novembre 2020

Walter De Benedetto, paziente di 49 anni affetto da artrite reumatoide che si cura con cannabis medica, si è appellato lo scorso 20 ottobre al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere che sia rispettato il diritto alle cure riconosciuto dalla Costituzione. Infatti, nonostante la regolare prescrizione di cannabis terapeutica, che gli permetterebbe di migliorare la qualità della vita, De Benedetto è stato costretto - come spesso accade per molti pazienti - a sopperire alle lacune pubbliche con l’auto- produzione dal momento che non riusciva a ottenere la quantità di cannabis riportata dalla prescrizione.

Una scelta, quella di coltivare cannabis nel proprio giardino, che lo ha portato a essere indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso. Si tratta di un problema che riguarda migliaia di malati in Italia ma che vive nell'indifferenza della politica.

Per questo l'uomo si è appellato a Mattarella ma fino ad ora nessuna risposta. La storia di Walter è simile a tante altre: conoscere lui significa conoscere tanti pazienti a cui il

nostro Servizio sanitario non riesce a garantire le giuste cure e che vivono spesso anche con atroci sofferenze. Walter è malato di artrite reumatoide da quasi 35 anni, gli è stata diagnosticata quando ne aveva 16. La malattia comporta una progressiva perdita di mobilità oltre che forti dolori articolari.

Fino alla fine degli anni Novanta la cura di base era “empirica”: sali d’oro e potentissimi antimalarici con tremendi effetti collaterali. Nel 2011 il paziente è riuscito a trovare un certo equilibrio grazie alla cannabis terapeutica. Con l’ausilio della cannabis, dopo tre mesi, Walter aveva tolto la morfina. A causa del progredire della malattia però la quantità garantita dal servizio sanitario nazionale ( 1 grammo) è divenuta insufficiente e andrebbe triplicata. Nonostante i 30 grammi di cannabis comprata dall’Olanda di tasca propria, Walter è stato costretto a coltivare cannabis nel proprio giardino, perché la Asl di Arezzo non è stata in grado di garantire la quantità a lui necessaria per la sua terapia.

Nell’ottobre 2019, per lui e per un amico che lo aiutava ad annaffiare le piante, è scattata la denuncia dopo che i carabinieri hanno fatto irruzione nella sua abitazione. I due finiscono indagati dalla procura di Arezzo per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso. Il 23 ottobre dell'anno scorso Walter aveva scritto al Parlamento e al governo incontrando

Roberto Fico, Presidente della Camera: “La questione sarà affrontata senza ritardi” aveva detto il pentastellato, ma oggi De Benedetto si trova ancora senza terapia e per giunta indagato.

Così la decisione di appellarsi al Presidente della Repubblica.

A sostenere la battaglia di Walter e delle migliaia di persone nelle sue stesse condizioni, oltre ai parlamentari Riccardo Magi di + Europa e Caterina Licatini e Michele Sodano del Movimento 5 Stelle, c'è “Meglio Legale” campagna per la legalizzazione della cannabis e decriminalizzazione delle altre sostanze: «La mancanza di informazione tra gli operatori sanitari in materia di cannabis terapeutica e la burocrazia farraginosa che troppo spesso accompagna le regolari prescrizioni, non permette di rispondere adeguatamente al fabbisogno di cannabis medica in Italia» denuncia la coordinatrice Antonella Soldo che conclude: «vogliamo normalizzare il dibattito su questo tema e chiediamo delle risposte alle istituzioni».

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