Addio a Marullo di Condojanni, una vita a difesa dell’avvocatura

 di Valentina Stella Il Dubbio 18 novembre 2020

Si è spento ieri a Roma, all’età di 69 anni, l’avvocato civilista Francesco Marullo di Condojanni. Già componente del Consiglio nazionale forense in rappresentanza degli avvocati del distretto della Corte d’appello di Messina, è stato da giovanissimo presidente nazionale dell’Aiga, poi presidente dell’Ordine degli avvocati messinesi nonché dell’Unione dei Fori siciliani. In quest'ultima occasione, ricorda al Dubbio il tesoriere del Cnf, l’avvocato Giuseppe Gaetano Iacona, «Francesco Marullo dimostrò tutta la propria capacità di ascolto e mediazione tra i tanti presidenti degli Ordini siciliani.


Come sappiamo, il mondo dell’avvocatura soffre spesso di un eccessivo individualismo, invece Francesco aveva la sensibilità necessaria per trovare sempre una utile sintesi tra le varie posizioni. Anche al Cnf è stato un prezioso punto di riferimento per tutti».


Considerato un “principe del foro”, veniva affettuosamente evocato, da tanti colleghi, con l’appellativo di “principe” in riferimento alle origini nobiliari: «Era nobile non solo da quel punto di vista», prosegue Iacona, «ma anche nel suo modo di agire e di comportarsi


con gli altri.


Spesso, come sappiamo, a una nobiltà di titoli non corrisponde necessariamente una gentilezza d’animo, invece per Francesco era così. Poi scherzando io gli dicevo sempre “tu hai il fisico per ogni ruolo” perché era anche un uomo di bellissimo aspetto».


L’avvocato Marullo di Condojanni era anche un uomo di grande cultura: «Francesco», ci racconta commosso Iacona, «è stato consigliere del Cnf dal 2015 al 2019 e ha coordinato con grande passione e competenza la commissione Cultura. Era un uomo di grandi conoscenze e ha scritto e curato la pubblicazione di diversi volumi». La sua passione per la storia dell’avvocatura si è espressa, tra l’altro, con la pubblicazione di un testo su Piero Calamandrei e il nuovo codice di procedura civile, curato con la nipote Silvia Calamandrei e il presidente emerito del Cnf Guido Alpa. Aveva anche curato, insieme con la giornalista Giulia Merlo, un capitolo del libro “Razza e inGiustizia, gli avvocati e i magistrati al tempo delle leggi antiebraiche”, presentato al Senato nel 2018 e pubblicato grazie al lavoro congiunto di Cnf, Csm, Palazzo Madama e Unione delle Comunità ebraiche italiane a ottant’anni dalla promulgazione delle


leggi razziali. “La pubblicazione di volumi come questo è un dovere, perché servono a tutta la società civile”, disse allora la senatrice a vita e testimone della Shoah Liliana Segre. «Accanto a queste pubblicazioni», prosegue Iacona, «Francesco Marullo ha scritto per il Mulino una mirabile introduzione al libro di Federico Alessandro Goria “L’avvocatura dei poveri. Vicende del modello pubblico dal Piemonte all’Italia”, così come con grande maestria presentò il testo di Laura Moscati “Alessandro Manzoni ' Avvocato'. La causa contro Le Monnier e le origini del diritto di autore”, sempre per Il Mulino». Il consigliere Iacona è stato tra i pochi a sentire l’avvocato Marullo poco prima della scomparsa: «Al telefono mi aveva detto “io non mollo anche per l’avvocatura”, perché amava davvero l’avvocatura. E l’amava per nessun altro motivo che non fosse la grande passione per la politica forense».

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