Ottenere la legalizzazione dell'eutanasia: come farlo con la stampa!
Secondo i dati forniti da Gianni Betto, direttore del Centro
di Ascolto di informazione radio televisiva, dal gennaio 2011 al 25 settembre
2012 i cittadini italiani hanno potuto approfondire il tema dell’eutanasia in 11 puntate di trasmissioni (8 in Tv e 3
alla Radio). Gli ascolti consentiti ai cittadini sono stati 7,4milioni (pari
allo 0,01% del totale degli ascolti di tutte le trasmissioni televisive) in
2h30’’ su oltre 7mila ore di trasmissioni. Sono in totale 6 le ore dedicate al
tema testamento biologico dall’informazione televisiva. 11milioni gli ascolti
consentiti ai cittadini in 4h e mezza di trasmissioni di approfondimento e
67milioni di ascolti nei telegiornali. Perché questo? Come è scritto nel
capitolo 18 della versione aggiornata della Peste italiana “il tanto declamato pluralismo della
comunicazione – pubblica e privata – finisce per rispecchiare il “pluralismo” interno
al sistema dei partiti, affidando alla mediazione dei loro apparati burocratici
finanziati dallo Stato la gestione della comunicazione”. Cosa fare contro la cancellazione della
informazione? Divenire, come già lo siamo, spam delle caselle dei giornalisti:
ogni giorno, in maniera martellante, richiamarli sul tema, tentando di
distogliere lo sguardo dal caso singolo emotivo, e spostare l’attenzione
sull’aspetto politico. In sintesi, il piano di comunicazione prevede invii di
comunicati stampa, organizzazione di conferenze stampa, viralizzazione dei
contenuti sui social network.
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