Campagna eutanasia legale



(Pubblicato su Luca/Agenda Coscioni 02-2013)

[…] volevo ringraziarvi di cuore per il vostro impegno nella lotta per il riconoscimento dell'Eutanasia Legale e per il sostegno nei diritti di chi non ha voce.[…] Sono una giovane donna disabile, malata di osteogenesi imperfetta, e con tanto sacrificio quotidiano porto avanti la mia vita con gioia e impegno, nel lavoro, come nel sostegno di mia sorella[…].Ho trovato la forza di rendermi autonoma, di iniziare pian piano a costruirmi la mia vita, a seguito della perdita dei nostri genitori. […]Lavoro alla Asl di […] e mi rendo conto che tanto ancora c'è da fare, specialmente dinanzi ad uno Stato latente e riottoso, dimentico dei problemi della gente. Quello che posso fare è pubblicizzare il vostro impegno […] e augurarci che un numero sempre più crescente di buone persone possa andare a formare la collettività di cui si necessita, per giungere al progetto”. Sono persone come questa che stanno portando avanti la campagna EutanasiaLegale , promossa da ormai tre mesi dall’Associazione Luca Coscioni insieme con Exit Italia, Uaar, Radicali Italiani, Amici di Eleonora Onlus, Associazione radicale Certi diritti. Da Trieste a Catanzaro, da Parma a Catania, passando per Torino, Roma, Napoli, Salerno: cittadini mobilitati nelle piazze e negli  uffici comunali  d’Italia per imporre all’agenda politica la discussione di una proposta di legge di iniziativa popolare che regola l’eutanasia e il testamento biologico. La raccolta firme – ne occorrono 50000 -  termina il 14 settembre. Ogni settimana nelle strade a raccogliere e certificare firme. Siamo oltre 30000 firme, nonostante burocrazia e illegalità: sono stati inviati i moduli a tutti gli 8 mila Comuni, insieme con materiale informativo. La legge impone l’autentica dei moduli e abilitati a ciò sono oltre 200000 persone tra notai, giudici di pace, segretari della procura della Repubblica, cancellieri, presidenti delle Province, assessori provinciali, presidenti consigli provinciali, segretari provinciali, sindaci, assessori, consiglieri comunali ed altri. Tuttavia non si sa come raggiungerli per chiedere loro l’impegno a fare ciò che compete loro, non esistono per tutti indirizzari ufficiali; spesso si è costretti a fare lezioni di giurisprudenza e democrazia ai funzionari comunali che non conoscono la normativa. Altre volte sono gli stessi sindaci a non autorizzare i propri dipendenti a fare le autentiche. Ma ciò non ha impedito di portare gente ai banchetti, di organizzare incontri/dibattito sul tema, di monitorare gli uffici comunali, di viralizzare su internet la campagna e di ottenere in tempi brevi più di quanto previsto. Perché? Perché la gente, se messa a conoscenza dei propri diritti, è pronta a mettersi in fila per partecipare in prima persona alla realizzazione di un progetto di legge. Al di là della bandiera politica – di destra, di sinistra, del M5S – al di là dell’età o dello stato di salute. Come Renato Biondini ad Ancona che, una volta riportate le figlie a casa da scuola, scende in strada a richiamare le persone per firmare e quando anche gli finiscono i moduli continua a dire loro che possono comunque andare in Comune per sottoscrivere la proposta. Come Marco Gentili di Trieste che appena esce dall’ufficio passa al solito bar dove ha lasciato tavolo e sedie e va ad allestire per la raccolta firme, e con i contributi che ricava attraverso le libere donazioni compra altri strumenti migliori per l’allestimento del tavolo. O come Giovanni Camastra, sindaco di Botricello, un piccolo paese calabro di meno di 5000 abitanti, primo a firmare tra tutti i primi cittadini. O come alcuni militanti napoletani che, non scoraggiati dal maltempo, sono andati casa per casa con l’autenticatore a raccogliere il sostegno. O come Francesco, studente di giurisprudenza siciliano, che unisce l’utile al dilettevole e durante il week end raccoglie le firme in prossimità degli stabilimenti balneari, autenticatore permettendo.  Tutto questo è visibile suwww.eutanasialegale.it dove, oltre tutta la presentazione della campagna,  c’è una lista di circa cento contatti locali, sparsi su tutto il territorio, a cui rivolgersi per dare la propria disponibilità o per chiedere semplicemente informazioni; insieme alla lista dei tavoli di raccolta firme che ci saranno nella settimana e gli uffici comunali dove potersi recare. Quella per la legalizzazione dell’eutanasia è una lotta di tutti per tutti. Come scritto nel sito della campagna si diventa “volontario dei diritti civili” e ad oggi sono tante le persone che hanno creato una rete di partecipazione democratica, nonostante un Parlamento affetto da troppo tempo dal  virus della cancellazione di iniziative popolari e referendarie. Sempre pronto a disattendere quanto deciso dai cittadini. La politica vuole impedire ai propri cittadini di fare politica; nonostante ciò la campagna EutanaSiaLegale vive grazie a  persone normalissime come queste, le quali diventano protagoniste insieme di un'esperienza straordinaria, quella della democrazia e della lotta per i diritti.

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