Torture al Beccaria
Angela Stella Unità 23 ottobre 2025
Emergono nuovi dettagli dell'indagine della Procura di Milano sui presunti pestaggi e torture nei confronti dei giovani detenuti nel carcere minorile Beccaria. Una foto agli atti, come riportato dal quotidiano La Repubblica, riporterebbe un sedicenne gettato per terra, a faccia in giù, con le ciabatte ai piedi e le manette dietro la schiena. Il giovane recluso avrebbe urlato e chiesto aiuto ripetutamente ma per quattro ore sarebbe restato in quella posizione, senza ricevere né cibo né acqua. Era agitato e per calmarlo gli agenti penitenziari lo avrebbero pestato. Sono proprio loro a raccontarlo, intercettati: “L’abbiamo ucciso, massacrato proprio”. I segni sul viso e sulla schiena lo confermerebbero. Durante le botte, “mi sono accorto che c’era qualcuno con il telefono che forse mi stava riprendendo”, ha confidato il ragazzo agli investigatori. Secondo chi sta indagando ci troveremmo dinanzi ad un sistema “agevolato dalle coperture dei comandante e dai sanitari, infermieri e medici”, e poi dalla “connivenza e omertà degli organi direttivi”. Ovviamente la presunzione di innocenza vale per tutti i coinvolti in questa inchiesta che è ancora al primo stadio. Secondo l’informativa una ex direttrice avrebbe addirittura assistito ad un pestaggio mentre l’altra avrebbe chiesto più volte alle educatrici di modificare le loro relazioni. Inoltre il comandante avrebbe coperto le nefandezze dei suoi sottoposti, mentre i sanitari avrebbero visto sui corpi dei reclusi i segni delle botte ma non avrebbero mai segnalato nulla in Procura. Un’ombra cade persino su qualche cappellano che avrebbe minimizzato alcuni racconti. Ma per ora non risultano indagati. Anche se gli indagati dell’inchiesta resa nota nell’aprile 2024 sono saliti nei mesi a cinquantuno, tra agenti di polizia penitenziaria, operatori sanitari e due ex direttrici dell’Istituto. I reati contestati a vario titolo, riscontrati a partire almeno dal 2022 ad oggi, sono quelli di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; di falso ideologico; infine, in un caso, di tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto. L’indagine - partita da alcune segnalazioni pervenute all’Autorità giudiziaria anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale - si era sviluppata inizialmente attraverso le dichiarazioni rese da numerosi minori in passato ristretti presso il Beccaria e quindi per mezzo di numerosi servizi tecnici di intercettazione e dell’acquisizione di telecamere interne all’Istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti. Su quanto accaduto ha così commentato Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone che ha pure presentato un esposto su questi fatti tramite l’avvocato Luigi Romano: “Quando la tortura è sistemica deve interrogare direttamente le istituzioni. Non è questione di mele marce, di singoli, ma di piano programmato e sistematico di violenze brutali. Antigone si impegnerà con tutte le proprie energie in questo procedimento, drammatico in quanto si tratta di ragazzini. Vorremmo che nelle istituzioni tutti si indignassero come siamo indignati noi”. Il 30 ottobre intanto il gip fisserà il calendario per l’incidente probatorio. Si spera che quel giorno tutte le parti offese, per la maggior parte ragazzini stranieri, abbiano nominato un avvocato. È importante che abbiano tutta l’assistenza legale per affrontare l’eventuale processo.
Commenti
Posta un commento