Intervista Rossomando

 Angela Stella Unità 1 ottobre 2025

Senatrice Anna Rossomando (Pd), vice presidente del Senato possiamo dire che c’è una resa dello Stato sulle carceri?

C’è un totale disinteresse di maggioranza e governo rispetto alle condizioni di vita nelle carceri. In alcuni momenti e in alcuni settori della maggioranza sembra esserci un qualche slancio, ma poi si risolve sempre in un nulla di fatto. Noi insistiamo sostenendo proposte concrete: ampliamento delle misure alternative al carcere in parte già contenute nella riforma Cartabia e detenzione domiciliare per pene residue non superiori ai 18 mesi con esclusione dei reati di grave allarme sociale, oltre alle proposte Magi e Giachetti che abbiamo sottoscritto sulle case territoriali e la liberazione anticipata.

Ieri il presidente del Senato La Russa ha detto: “Sebbene la proposta Giachetti non sta andando avanti, ho ricevuto rassicurazioni dal governo che se ne sta occupando”. Lei è ottimista a leggere queste parole?

No, perché non siamo all’anno zero della vicenda. Più di un anno fa governo e maggioranza hanno approvato un inutile decreto carceri, che non ha sortito alcun effetto e anzi ha causato problemi come con l’aggravio burocratico sulla liberazione anticipata. Allora spiegammo che il provvedimento sarebbe stato una scatola vuota, ma non fu accolto neanche un emendamento dell’opposizione nei due passaggi parlamentari. La dimostrazione dell’inutilità di quel provvedimento è che un anno dopo il Presidente del Senato La Russa ha tentato di mettere in campo una proposta minima che potesse mettere d’accordo tutte le forze politiche, ma ancora una volta, niente di fatto. Questo per evidenziare quanto la maggioranza sia sorda non soltanto alle proposte dell’opposizione e agli allarmi degli operatori, ma a qualsiasi intervento che punti almeno a dare sollievo all’intollerabile condizione di sovraffollamento delle carceri italiane. Quindi non vedo alcun elemento per essere ottimisti; all’emergenza il ministro Nordio e il governo rispondono esclusivamente con programmi a lungo termine sull’edilizia penitenziaria e con interventi di edilizia emergenziale che ridurranno ulteriormente gli spazi comuni a disposizione.

Sempre a proposito di La Russa, l’ha infastidita che abbia detto che è stata lei a non trovare l’intesa con i partiti? Come sono andate realmente le cose?

Il Presidente La Russa è la seconda carica dello Stato. Nonostante questo e l’impulso che aveva avuto la sua proposta durante il periodo estivo, momento in cui il tema carceri esplode in tutta la sua drammaticità perché il caldo amplifica le già insopportabili condizioni di detenzione, dalla maggioranza di centrodestra non è arrivato alcun segnale di apertura al dialogo. È chiaro che le forze di opposizione non avrebbero avuto problemi a discutere la proposta, ma la vicenda si è arenata ancora prima di arrivare in commissione”.

Entro settembre sarebbero dovute arrivare le conclusioni della task force istituita presso il Ministero della Giustizia con i magistrati di sorveglianza. Ma ad oggi ancora nulla. Uno specchietto per le allodole questa iniziativa?

Questa come altre. Intanto è necessario partire dai numeri del comparto dell’esecuzione penale: interventi insufficienti sugli organici degli Uffici di Sorveglianza, del personale educativo, sanitario e di supporto psicologico, così come degli uffici di esecuzione penale esterna, quindi citando solo le emergenze acclarate: organici e risorse.

Il Ministro Carlo Nordio al congresso dell’Unione Camere Penali è stato contestato perché ha per l’ennesima volta ripetuto che sovraffollamento e suicidi non sono collegati. Lei che ne pensa?

Il ministro Nordio non può non sapere che il sovraffollamento correlato alle attuali condizioni delle carceri producono conseguenze devastanti sulla salute fisica e psichica dei detenuti, oltre che sul lavoro del personale penitenziario, tra le cui fila si registrano suicidi, oltre a impedire appropriati percorsi trattamentali. Una situazione ben nota agli operatori di giustizia, tanto che a inizio agosto la procuratrice generale di Torino Lucia Musti ha dato parere favorevole alla concessione dei domiciliari a un detenuto con malattie non gravi e il Tribunale ha accolto l’istanza della difesa considerando il sovraffollamento ragione sufficiente ed evidenziando come tale condizione detentiva possa causare un «un surplus di sofferenza e disagio evitabile con misure alternative».

I detenuti vivono di speranza. Quale messaggio andrebbe ora diffuso nelle carceri?

Sulla proposta che ho elaborato rispondendo alla sollecitazione del Presidente La Russa si era acceso un interesse, a prescindere dall’impatto della misura, almeno in relazione al coinvolgimento della politica rispetto alle condizioni delle persone detenute. Un interesse che ho constatato anche a Rebibbia a inizio settembre, in un incontro organizzato da “Nessuno tocchi Caino” a cui ha partecipato anche Gianni Alemanno. Il problema è che è grave non far niente dopo aver annunciato interventi sulle carceri. E la responsabilità è tutta della destra al governo.

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