Morrone: ora un autorità garante delle vittime di reato
Valentina Stella Dubbio 1 novembre 2024
Mentre al Senato si discute della modifica costituzionale per inserire la vittima in Costituzione, ieri alla Camera è stata presentata una proposta di legge per Istituzione dell’Autorità garante per la tutela delle vittime di reati. Primo firmatario l’ex sottosegretario alla giustizia e attuale deputato della Lega, Jacopo Morrone: «l’obiettivo – ha spiegato durante la conferenza stampa – è quello di creare una rete strutturata e capillare di servizi di natura assistenziale e di presa in carico delle vittime di reato sull'intero territorio nazionale, attuata da Regioni e Enti locali. A questo scopo è indispensabile l'istituzione di questa Autorità: un organismo indipendente che svolgerà la funzione di pungolo e di stimolo per la creazione di questa rete, per verificarne l'operatività, ma anche per dare ascolto e risposte adeguate alle vittime di reato, dando loro voce e rinnovato protagonismo. Esiste un Garante di tutte le categorie deboli, perché nessuno invece per le vittime di reato?». «Questa proposta non vuole avere alcun colore politico. Pertanto auspico - ha concluso Morrone - che questo progetto possa raccogliere il più ampio consenso possibile tra tutte le forze politiche». Il parlamentare ha evidenziato che «con questa proposta si attuano più compiutamente i principi di una direttiva europea del 2012 che istituisce norme minime in materia di diritti delle vittime di reato, recepita in Italia con il dl 212/2015. Il Garante nazionale, come figura istituzionale, si deve far carico della vittima come soggetto meritevole di sostegno pubblico in conformità con il principio solidaristico che rappresenta un asse portante della nostra Costituzione. È infatti paradossale che proprio le vittime di reato, che non hanno scelto di essere vittime ma lo sono diventate loro malgrado, non hanno garanzie di un sostegno pubblico e di una presa in carico come accade per altre categorie fragili». Gli abbiamo chiesto se condivide l’inserimento della vittima in Costituzione: «devo approfondire la tematica ma credo che nessuna voglia togliere garanzie all’imputato». «Dal punto di vista tecnico la proposta di legge è piuttosto dettagliata – ha proseguito Francesco Picozzi, dottore di ricerca in tecnica legislativa, illustrando l'articolato – e raccoglie molti spunti emersi in questa materia nel corso degli anni. Costituisce quindi un punto di arrivo di un percorso di crescente sensibilità e doverosa attenzione per le vittime di reato. Sarà una Autorità indipendente, rappresentata da una sola persona con uno staff a disposizione». Quindi non un organo collegiale come, ad esempio, il Garante dei diritti delle persone privata della libertà personale. Le funzioni dell’Autorità riguardano, in primo luogo, il sostegno, l’assistenza e la protezione di carattere sanitario, sociale, legale e psicologico alle vittime di reato; l’organizzazione di eventi di formazione, educazione, mediazione e sensibilizzazione sui temi afferenti alla tutela delle vittime di reato, la diffusione di prassi o protocolli d’intesa per le amministrazioni dello Stato, gli enti locali e territoriali, gli ordini professionali e le amministrazioni delegate allo svolgimento delle attività socio-assistenziali. La proposta di legge non si rivolge solo ai parenti delle vittime di reato ma alle stesse persone offese. Abbiamo chiesto al dottor Picozzi se per ‘persone offese’ si intende una qualsiasi persona che denuncia oppure se tale è stata definita, essendo stato l’autore del reato condannato in via definitiva. Ci ha risposto l’esperto: “La tutela è pensata per le vittime in prima persona, nonché nei casi in cui la vittima non c’è più perché deceduta anche per i diretti congiunti. Il supporto è pensato immediato anche in linea con la direttiva europea, quindi non viene dato solo dopo una sentenza di Cassazione che condanna definitivamente l’imputato. Preciso che l’Autorità non prende nessuna parte nel processo, è un mero organo di garanzia e servizi alle persone». «Con questa proposta di legge - ha sostenuto l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime - viene istituzionalizzata la sensibilizzazione nei confronti delle vittime di reato. Viene riconosciuta dignità istituzionale e sociale a chi, suo malgrado, si è ritrovato al centro di un fatto di reato grave, che spesso ha dovuto affrontare senza i necessari supporti e senza la necessaria conoscenza degli strumenti a sua tutela». Poi due testimonianze. La prima di Manilo Tomassini: «Ho perso mia madre nel 2016, è stata picchiata e strangolata da una persona che non le voleva pagare l’affitto. Dopo l’accaduto non sapevo cosa fare, a chi rivolgermi, non sapevamo quando ci avrebbero restituito il corpo». Poi ha preso la parola Giovanni Maiorano: «mia sorella è stata ammazzata con numerose coltellate nel 2018 dal marito davanti ai figli. Non solo in tutto questo tempo non abbiamo avuto sostegno psicologico ma il giorno dopo il brutale assassinio siamo andati in caserma e una assistente sociale ci ha chiesto chi si sarebbe occupato dei figli, altrimenti li avrebbero portati subito in una casa famiglia. Non abbiamo scelto di essere vittime ma abbiamo bisogno di essere tutelati».
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