Rimpatri sì, ma nel rispetto dei diritti e della dignità

di Valentina Stella Il Dubbio 13 novembre 2018

“Il Garante nazionale ha preso molto sul serio il compito di verificare il rispetto dei diritti fondamentali nel corso delle operazioni di rimpatrio forzato. Rispetto al 2017 abbiamo triplicato il numero di voli monitorati e da circa un anno è attivo un sistema nazionale di monitoraggio che coinvolge anche i garanti territoriali”. Lo ha affermato Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, al primo convegno nazionale “Due anni di monitoraggi dei rimpatri forzati del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà” tenutosi ieri al Senato. Come ha spiegato Massimiliano Bagaglini, Responsabile U. O. “Privazione della libertà e migranti”. «il Garante esercita tale mandato in conformità alla Direttiva europea “Rimpatri” n. 115 del 2008. Nel 2014 la Ue aveva aperto una procedura di infra- zione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva che prevede l’individuazione di un organismo indipendente di monitoraggio dei rimpatri forzati; procedura definitivamente superata proprio nel 2017 grazie all’avvio dell’attività del Garante».

Ma nello specifico cosa fa il Garante? Individua a campione le operazioni di rimpatrio forzato e invia generalmente – senza preavviso – due propri funzionari. Fino ad oggi ha monitorato 22 voli organizzati tramite charter, 15 per la Tunisia e 7 per la Nigeria. Il Presidente Palma ha aggiunto: «Come emerge dal nostro Rapporto 2018 sui rimpatri forzati, sono diverse le criticità riscontrate nelle operazioni monitorate. L’uso delle misure coercitive non è in linea con gli standard europei e internazionali; la trasparenza di informazione va rigorosamente garantita, mentre i rimpatriandi spesso ignorano il motivo del loro trasferimento dal Centro. Altra area di centrale importanza è quella relativa alla tutela della salute: tutte le persone interessate da una procedura di rimpatrio forzato dovrebbero essere sottoposte a una preventiva verifica medica. Analogamente, va garantita la presenza fissa di un mediatore culturale sui voli di rimpatrio. Positiva è la cooperazione con il ministero dell’Interno nella formazione dei monitor e degli operatori di scorta. Lo stesso vale per la collaborazione mostrata nel comunicare le statistiche e nell’inoltrare

le informazioni sui rimpatri che vengono quotidianamente effettuati”. Nel 2017 sono state rimpatriate forzatamente 6.514 persone, di cui 2870 con scorta internazionale e 3644 senza scorta internazionale. Dunque una media di circa 543 persone al mese. Dal primo gennaio al 31 ottobre di quest’anno sono state rimpatriate forzatamente 5306 persone, di cui 2889 con scorta internazionale e 2417 senza scorta internazionale. Dunque una media di circa 530 persone al mese. Questo vuol dire, a giudicare dalla media mensile, che il numero di rimpatri forzati effettuati si è leggermente ridotto rispetto allo scorso anno. La variazione verosimilmente dipende dal fatto che nel 2018 gli sbarchi sono diminuiti. «In ogni caso, il Garante nazionale raccomanda di investire di più sui rimpatri volontari, che garantiscono una maggiore tutela dei diritti delle persone e che comportano anche un notevole risparmio per le casse dello Stato». Mauro Palma, in riferimento alle criticità dei mesi passati sul tema migratorio, a partire della questione della Diciotti, ha chiarito: «Ci tengo molto ad un aspetto che lega il rapporto tra la ragione giuridica e quella politica: per noi è essenziale la prevalenza della ragione giuridica su quella politica. Siamo tenuti insieme da un quadro ordinamentale che ha il suo perno nella stretta osservanza della tutela dell’integrità e della dignità della persona».

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