Con terapie all'avanguardia vinciamo il tumore alla prostata

di Valentina Stella corriere roma lazio 31 ottobre

Il 29 ottobre prende il via «Novembre azzurro», campagna promossa da Europa Uomo, associazione italiana impegnata nell’informazione sulle patologie prostatiche. La campagna - patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero per i beni e le attività culturali - mira a promuovere una maggiore conoscenza della malattia che interessa l’universo maschile, e a fornire strumenti per affrontarla adeguatamente. In Italia oltre 14 milioni di uomini sono a rischio per fascia d’età, familiarità o altri fattori. Inoltre sono cento i nuovi casi ogni giorno e 35mila le diagnosi nel 2018 di tumore alla prostata, la neoplasia più frequente tra i soggetti di sesso maschile, pari al 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età.  Per fare il punto sulla situazione, sabato 13 ottobre si è tenuto con grande successo un interessante convegno -  organizzato dalla unità operativa di Radioterapia Oncologica della divisione Veroli “Città Bianca” del Gruppo I.N.I. - sulle novità e sui progressi nel trattamento multimodale del tumore della prostata. L’incontro di approfondimento è stato fortemente voluto dal dottor Antonio Maria Costa, coordinatore scientifico dei Servizi di Radioterapia del Gruppo I.N.I., e dalla dottoressa Fabiana Fedele, responsabile della Divisione Veroli. “Il tumore della prostata - ci conferma il dottor Costa -  è la più comune neoplasia del sesso maschile ed è anche la seconda causa di morte per cancro nell’uomo, cosa che spesso viene sottovalutata. Recentemente poi, abbiamo assistito alla introduzione nella pratica clinica di strumentazioni e farmaci che hanno radicalmente cambiato l’approccio diagnostico e terapeutico di questa malattia. Scopo del convegno è stato quindi fare il punto della situazione,   coinvolgere oltre gli specialisti della materia, anche i medici di medicina generale che assumono sempre più un ruolo importante nella gestione di una malattia cosi complessa e ad altissimo impatto sociale”. Inoltre, con l’occasione, è stato possibile illustrare le novità tecnologiche nei trattamenti radioterapici di cui dispone il Centro di Radioterapia Oncologica di Veroli. Tra i relatori erano presenti urologi ed oncologi dei vari presidi Asl del territorio, un rappresentante dei medici di base, e la dottoressa Alessandra Mirri, coordinatore AIRO (Associazione Nazionale di Radioterapia Oncologica) per Lazio, Molise e Abruzzo, e  primario della radioterapia oncologica dell’ospedale S. Filippo Neri di Roma. Abbiamo chiesto al dottor Costa quali siano i fattori di rischio per il tumore alla prostata: “il più comune è certamente l’età, quindi sarebbe opportuno a partire dai 50 anni eseguire ogni anno un esame del psa (antigene prostatico specifico, ossia una sostanza enzimatica presente nel sangue prodotta dalla ghiandola prostatiche, ndr) che si effettua con un semplicissimo prelievo del sangue”. Il dottor Costa ci tiene a specificare che una alterazione del psa non rappresenta automaticamente la presenza di un tumore: “dopo i 50 anni gli uomini vanno incontro ad una ipertrofia benigna della prostata, ossia ad un ingrossamento della ghiandola che comporta i tipici problemi di svuotamento della vescica. Chi ne è affetto, durante la notte, avverte spesso il desiderio di urinare, ed è costretto a continui risvegli. Siamo tecnicamente in presenza di una nicturia”. Questo è il primo sintomo che costringe il paziente  a rivolgersi al medico di famiglia. Se invece il livello di psa si alza costantemente  e di molto, allora si consiglia una biopsia,  un esame invasivo ma facilmente eseguibile.  Qualora fossimo in presenza di un tumore, la gestione deve essere demandata ai diversi tipi di specialisti per la migliore decisione strategica.  Il tumore della prostata può presentarsi come forma localizzata indolente o anche aggressiva o addirittura metastatica. È quindi necessaria una gestione multidisciplinare per  mettere in atto “un trattamento multimodale che deve possibilmente essere deciso fin dall’inizio dell’iter terapeutico per meglio sfruttare tutte le armi a nostra disposizione al momento giusto”. Nello specifico, continua il dottor Costa  “i nuovi acceleratori lineari per la Radioterapia e i nuovi sistemi computerizzati di pianificazione dei trattamenti come quelli presenti a Città Bianca di Veroli ci permettono di eseguire le più moderne tecniche di irradiazione che comportano un duplice vantaggio:  essere più precisi, risparmiando in tal modo  i tessuti sani, e nello stesso tempo aumentare la dose totale al tumore così da essere più efficaci nella cura definitiva del tumore prostatico, come di altri tumori”. Al centro di Veroli è possibile effettuare infatti anche trattamenti di radioterapia stereotassica o anche chiamata radiochirurgia: “con questa metodica – conclude il dottor Costa - è possibile trattare le lesioni più piccole, di solito di natura metastatica, in tutti i distretti corporei, dall’encefalo al polmone, alle ossa o anche a piccoli pacchetti linfonodali addominali e pelvici come può avvenire nel tumore della prostata.  Con pochissime sedute (anche singola) si possono controllare delle situazioni inoperabili e molte volte causa di forte sintomatologia dolorosa”.



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