«Campania, disturbi psichici per più della metà dei detenuti»
di Valentina Stella Il Dubbio 11 gennaio 2018
Quarantamila a livello nazionale, quattromila solo in Campania: sono i numeri dei detenuti reclusi nelle carceri campane che soffrono di disturbi psichici. A rivelare i dati è stato Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, durante il convegno dal titolo “La salute mentale nelle carceri campane: fotografia in bianco e nero”. A cento giorni dalla sua elezione a garante, Ciambriello ha promosso l’evento con l’obiettivo di “fare rete e mettere insieme tutti quei soggetti coinvolti a livello istituzionale per garantire una dignitosa vita in carcere a tutti i detenuti, con e senza problemi psichici. Nella nostra Regione, su oltre 7300 detenuti, ben quattromila soffrono di disturbi psichici, specialmente legati alla depressione'. Tuttavia l’allarme maggiore - ha evidenziato il garante – riguarda i 700 reclusi che hanno provato gesti di autolesionismo, gli 89 casi di tentato suicidio e i 5 suicidi di detenuti e di due agenti di polizia penitenziaria quest’anno'. Come è noto, a quasi 40 anni dall’approvazione della legge Basaglia che comportò la chiusura dei manicomi e con la successiva legge 81 del 2014 che ha determinato la chiusura degli Ospedali Psichiatri Giudiziari la situazione dei detenuti con problemi psichici non è risolta dal punto di vista strutturale e culturale e occorre il massimo della collaborazione istituzionale: ' si inizi dal linguaggio- ha suggerito Ciambriello-; i detenuti con problemi psichici vengono ancora chiamati ‘ internati’. Una dicitura che mi ricorda tanto i lager nazisti'. Inoltre, tra le proposte rivolte a Gennaro Migliore, sottosegretario al Ministero della Giustizia, c’è stata quella di aumentare il numero delle REMS ( Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) sul territorio campano da 5 a 6 e quella di “spingere sull’inserimento di più figure professionali, dagli psicologi agli psichiatri, agli assistenti sociali. Il tema vero- ha concluso Ciambriello- è porre al centro dell’attenzione la persona ristretta'. ' La Regione sta facendo tanto per la salute mentale nelle carceri - ha replicato il presidente della Commissione Sanità del Consiglio, Raffaele Topo -. Lo scorso anno abbiamo definito una rete di assistenza nelle carceri e riorganizzato la medicina di base specialistica e l’assistenza territoriale. La Regione ha investito risorse in questo senso e oggi raccogliamo proposte per migliorare un sistema che e’ sempre in evoluzione'. Migliore ha invece rivendicato le scelte del Governo uscente: ' Non si è mai fatto tanto sulle carceri come in questa legislatura. Stiamo facendo molto ma c’é da fare tanto di più', ha concluso.
Quarantamila a livello nazionale, quattromila solo in Campania: sono i numeri dei detenuti reclusi nelle carceri campane che soffrono di disturbi psichici. A rivelare i dati è stato Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, durante il convegno dal titolo “La salute mentale nelle carceri campane: fotografia in bianco e nero”. A cento giorni dalla sua elezione a garante, Ciambriello ha promosso l’evento con l’obiettivo di “fare rete e mettere insieme tutti quei soggetti coinvolti a livello istituzionale per garantire una dignitosa vita in carcere a tutti i detenuti, con e senza problemi psichici. Nella nostra Regione, su oltre 7300 detenuti, ben quattromila soffrono di disturbi psichici, specialmente legati alla depressione'. Tuttavia l’allarme maggiore - ha evidenziato il garante – riguarda i 700 reclusi che hanno provato gesti di autolesionismo, gli 89 casi di tentato suicidio e i 5 suicidi di detenuti e di due agenti di polizia penitenziaria quest’anno'. Come è noto, a quasi 40 anni dall’approvazione della legge Basaglia che comportò la chiusura dei manicomi e con la successiva legge 81 del 2014 che ha determinato la chiusura degli Ospedali Psichiatri Giudiziari la situazione dei detenuti con problemi psichici non è risolta dal punto di vista strutturale e culturale e occorre il massimo della collaborazione istituzionale: ' si inizi dal linguaggio- ha suggerito Ciambriello-; i detenuti con problemi psichici vengono ancora chiamati ‘ internati’. Una dicitura che mi ricorda tanto i lager nazisti'. Inoltre, tra le proposte rivolte a Gennaro Migliore, sottosegretario al Ministero della Giustizia, c’è stata quella di aumentare il numero delle REMS ( Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) sul territorio campano da 5 a 6 e quella di “spingere sull’inserimento di più figure professionali, dagli psicologi agli psichiatri, agli assistenti sociali. Il tema vero- ha concluso Ciambriello- è porre al centro dell’attenzione la persona ristretta'. ' La Regione sta facendo tanto per la salute mentale nelle carceri - ha replicato il presidente della Commissione Sanità del Consiglio, Raffaele Topo -. Lo scorso anno abbiamo definito una rete di assistenza nelle carceri e riorganizzato la medicina di base specialistica e l’assistenza territoriale. La Regione ha investito risorse in questo senso e oggi raccogliamo proposte per migliorare un sistema che e’ sempre in evoluzione'. Migliore ha invece rivendicato le scelte del Governo uscente: ' Non si è mai fatto tanto sulle carceri come in questa legislatura. Stiamo facendo molto ma c’é da fare tanto di più', ha concluso.
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