Partito Radicale in visita a Rebibbia e Regina Coeli



di Valentina Stella Il Dubbio 2 gennaio 2018

Marco Pannella dedicava sempre le festività – Ferragosto, Natale, Capodanno -  ai detenuti, un modo per tenere alta l’attenzione sulle condizioni delle nostre carceri, una tradizione a cui il Partito Radicale non ha rinunciato: una delegazione di radicali ha infatti trascorso il 31 dicembre e il primo gennaio nelle carceri romane. Sono state sei le ore trascorse l’ultimo giorno del 2017 a Rebibbia da Rita Bernardini, coordinatrice della presidenza del Partito Radicale, insieme ai dirigenti di Nessuno Tocchi Caino Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti. “Abbiamo scelto di trascorrere questa notte con l’intera comunità penitenziaria – ha dichiarato la Bernardini ai microfoni di Radio Radicale lasciando il carcere - ; ci sono stati momenti emozionanti ad ascoltare le storie dei reclusi e degli agenti penitenziari;  l’augurio più grande che possiamo fare a questo Paese è che rientri nella legalità della nostra Costituzione per quanto concerne l’amministrazione della giustizia che oggi è irragionevolmente lunga e per quel che riguarda le condizioni inumane e degradanti dei nostri istituti di pena”. A concorrere a tale situazione c’è sicuramente il sovraffollamento che è in aumento: “1100 erano qui i detenuti un anno fa, ora siamo a quasi 1500 detenuti – ha sottolineato Zamparutti  - ; Mattarella nel suo discorso di fine anno ha detto che per risolvere i problemi del nostro Paese occorre usare la cassetta degli attrezzi, ossia la Costituzione. È vero, anche quindi ricordando bene l’articolo 27 che prevede che la pena abbia una funzione rieducativa: su questo c’è molto da fare”. Ma è davvero possibile festeggiare in carcere l’anno che verrà? “ In carcere non ci sono mai giorni di festa – racconta D’Elia -  ma qui a Rebibbia ci hanno accolto come hanno sempre fatto con Marco Pannella per festeggiare tutti insieme il raggiungimento dei 3000 iscritti al Partito Radicale a cui i detenuti hanno dato un contributo notevole. Per loro se vive il Partito è un giorno di festa”. Ieri tappa a Regina Coeli all’insegna della polemica, come scrive la Bernardini anche sul suo profilo facebook, riportando una email inviata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando: “ritengo che la questione "trasparenza" degli istituti penitenziari, per la quale ci siamo tanto battuti, non può essere affrontata come accade oggi. In più c'è la questione recentissima per cui il Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, ndr)  ha vietato agli istituti penitenziari che visitiamo di rispondere alle domande del nostro questionario. Le due questioni sono collegate perché il Dap ha giustificato il diniego con il fatto che esistono già le "schede trasparenza".Ora, basta collegarsi con il sito giustizia.it per verificare che non solo le schede non sono aggiornate, ma che mancano molte importanti informazioni oggetto delle domande del nostro questionario”. A ciò, fa notare la delegazione in visita, si deve aggiungere che nel vecchio carcere della capitale “alcune sezioni sono molto sovraffollate, nelle celle singole ci sono tre letti a castello e l’aspetto più grave è che i detenuti vi restano chiusi per 23 ore e 40 minuti.  Altro problema serio è il rapporto con magistrato di sorveglianza che spesso non risponde alle istante di scarcerazione dei detenuti”.  

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