Confermato cronoprogramma delle riforme

 Valentina Stella dubbio 31 maggio 2023

Dovrebbe tenersi oggi alle 15.30 l'incontro tra il premier Giorgia Meloni e i vertici di Fdi, per fare il punto sulle riforme e, più in generale, sul lavoro da portare avanti da qui ai prossimi mesi. All'appuntamento, annunciato dall’Adnkronos, che non viene confermato da Palazzo Chigi e che, con ogni probabilità, potrebbe tenersi negli uffici del partito a Montecitorio, dovrebbero prendere parte i due capigruppo di Camera e Senato Tommaso Foti e Lucio Malan, il presidente della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama Alberto Balboni e il ministro ai Rapporti col Parlamento Luca Ciriani. La vittoria alle amministrative ha rafforzato il Governo e di conseguenza anche il percorso delle riforme. Proprio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato in merito al risultato delle Comunali: “spinta a proseguire con riforme”. Ma all’incontro di oggi, o nei prossimi giorni, si parlerà anche di giustizia e in special modo di separazione delle carriere? Adesso l’Esecutivo sente la forza per imporre anche una riforma scomoda alla magistratura? Nel cronoprogramma del Ministro Nordio la separazione degli ordinamenti tra magistratura requirente e magistratura giudicante è prevista dopo il primo pacchetto. Ma sarà davvero così? Ricordiamo che lo scorso 9 maggio la premier Giorgia Meloni avrebbe risposto “Così si aprono troppi ambiti” sollecitata sul tema dal leader di Azione Carlo Calenda durante l’incontro organizzato proprio per discutere di riforme istituzionali. Insomma dalla maggioranza e dal Governo in questi mesi arrivano messaggi poco chiari, spesso discordanti. Qualche giorno fa il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenendo al Festival dell'economia di Trento, aveva pronunciato una dichiarazione importante e che potrebbe suscitare non poche polemiche: “Riforme: io spero che nella magistratura non troveremo delle resistenze come purtroppo è accaduto nel passato, forse anche per delle iniziative sbagliate o forse per delle iniziative imprudenti o eccessive, però va chiarito una cosa, che le leggi le fa il Parlamento. Non esiste da parte del magistrato né il diritto creativo, ovvero di interpretare le leggi come gli pare sostituendosi al legislatore, né il diritto di criticare il merito delle leggi, a meno che non si riconosca al politico il diritto di criticare le sentenze. E questo non andrebbe bene né in un senso, né in un altro”. È probabile che si stesse riferendo a tutte le riforme previste dal cantiere giustizia. Ma il Guardasigilli intendeva anche la separazione delle carriere? Come ci ha riferito il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto: “il percorso del primo step era già segnato a tappe non veloci, di più. Nei prossimi giorni il Ministro Nordio porterà in Cdm i testi con le proposte normative riferite a abuso di ufficio, traffico di influenze, misure cautelari, limiti all’appello del pm, informazione di garanzia, mettendo in panchina”, quindi come step immediatamente successivo, “la riforma della prescrizione e quella della figura del pubblico ufficiale”. Altri temi sono affidati al rapido approfondimento delle Commissioni istituite a Via Arenula, per essere progressivamente inseriti nel circuito delle riforme. Per quanto concerne le riforme costituzionali, conclude Sisto, “come stabilito nel cronoprogramma condiviso tra le forze di maggioranza saranno oggetto di un intervento successivo”. È in corso anche il perfezionamento dei primi decreti correttivi della riforma Cartabia prendendo atto di alcune discrasie che si sono manifestate in corso di prima applicazione. 

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