Raffaele Cutolo: ammalato e ancora al 41bis
di Angela Stella Il Riformista 12 agosto 2020
Perché Raffaele Cutolo è ancora
ristretto al 41 bis? È quanto si chiede il suo legale Gaetano Aufiero
che il 10 agosto ha inviato una istanza al Ministro Bonafede per chiedere la
revoca del regime di carcere duro: “è venuta meno la capacità del condannato di
mantenere collegamenti con qualsivoglia associazione criminale e/o di rivestire
ruoli all'interno delle stesse. Di conseguenza, non sussistono più i gravi
motivi di ordine e sicurezza pubblica giustificativi del mantenimento del
regime detentivo speciale che, allo stato, in considerazione delle condizioni
di salute del condannato, è inutilmente afflittivo”. E perché, si chiede sempre
il legale, il Tribunale di Sorveglianza di Roma dopo dieci mesi dal reclamo
difensivo ancora non fissa l’udienza per stabilire se sussistano le condizioni
per trattenere al 41 bis Cutolo? Il decreto di proroga del 41 bis veniva emesso
dal Ministro della Giustizia l’11 settembre 2019; contro tale decisione il
difensore ha proposto reclamo il 2 ottobre. “Ebbene, ad oggi – ci dice Aufiero
- a distanza di oltre 10 mesi dalla
proposizione del reclamo e di 11 mesi dall'esecuzione del decreto, l’atto di
impugnazione non è stato ancora fatto oggetto di discussione in quanto,
nonostante l'inoltro di ben due solleciti, il Tribunale di Sorveglianza di Roma
non ha ancora provveduto alla fissazione della relativa udienza, così di fatto
impedendo al condannato l'esercizio del suo legittimo diritto all'impugnazione
del gravoso provvedimento eseguito nei suoi confronti”. L’ordinamento penitenziario prevede, sia
pure in termini meramente ordinatori, il termine di 10 giorni per la decisione
del reclamo da parte del Tribunale di Sorveglianza, per non vanificare la
portata dell'eventuale rimedio giurisdizionale che deve intervenire su un
provvedimento avente la durata di due anni. Inoltre le condizioni di salute di
Cutolo meritano maggiore attenzione, anche giudiziaria, e non consentono di
aspettare tempo ulteriore. Come vi abbiamo infatti raccontato qualche giorno fa,
l’uomo è ancora ricoverato nell’ospedale di Parma per un quadro clinico
compromesso sotto diversi punti di vista. Inoltre lo scorso 7 agosto sua moglie
Immacolata Iacone è andata a trovarlo ma
ha trovato davanti a sé una persona con la mente quasi completamente offuscata:
ha confuso la donna con la propria cognata, moglie di suo fratello, deceduta 8
anni fa; ha affermato di aver sposato la propria moglie ad Ottaviano, laddove
invece le nozze furono celebrate presso il Carcere dell'Asinara; non ricordava
che il fratello di sua moglie fosse stato ucciso. Tali evidenti vuoti di
memoria e disordini mentali rappresentano, secondo il legale e secondo il Primario del
reparto dove Cutolo è ricoverato, sintomi inconfutabili di demenza senile.
Pertanto in una seconda istanza, sempre del 10 agosto, l’avvocato Aufiero torna
a chiedere una perizia medico legale sul suo assistito e il differimento della
pena per motivi di salute. Si vuole lasciar morire Cutolo al 41bis? Ci si vuole
accanire contro di lui come avvenuto con Provenzano? Il dubbio viene se la
moglie racconta che durante il suo colloquio in ospedale non ha potuto toccare
il marito allettato perché tra di loro sono state frapposte delle sedie ad
impedire alcun contatto.
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