Omicidio Cerciello Rega La svista delle dichiarazioni tradotte in modo sbagliato

di Valentina Stella Il Dubbio 21 febbraio 2020

Errore umano o volontà di danneggiare la difesa? Forse non lo sapremo mai, tuttavia a pochi giorni dalla prima udienza del processo a carico di Lee Elder e Gabriel Christian Natale, accusati dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, può considerarsi molto grave la questione legata alla traduzione delle intercettazioni degli imputati. Facciamo un passo indietro: nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 i due ragazzi si sono resi responsabili della morte del carabiniere nel quartiere Prati.

La storia è nota: i due erano andati all’appuntamento con il mediatore dei pusher Sergio Brugiadelli al quale avevano sottratto lo zaino, per poi trovarsi davanti due uomini, Andrea Varriale e Mario Cerciello Rega. Da quel momento le versioni dell’accusa e della difesa divergono: per la procura i due ragazzi erano consapevoli di trovarsi dinanzi a due esponenti delle forze dell’ordine e li hanno aggrediti per sfuggire ad un probabile arresto; mentre per la difesa, i due si sono spaventati pensando di trovarsi davanti a dei malviventi e per questo li avrebbero aggrediti.

Cerciello e Varriale erano infatti vestiti in maglietta e bermuda e soltanto dopo si scoprirà che erano disarmati. I controlli sul marsupio di Cerciello hanno dimostrato successivamente che non aveva neanche le manette e il tesserino.

Tornando alla questione delle traduzioni, Elder viene intercettato dagli inquirenti mentre parla con i genitori e con l’avvocato americano nel carcere di Regina Coeli, dove è rinchiuso dalla scorsa estate. «Ho chiamato mia madre e le ho detto di trovarmi alla stazione di polizia e mi stavano dicendo che avevo ucciso un poliziotto» dice il giovane ma per i traduttori la frase si è trasformata in una confessione: «Ho chiamato casa dicendo di aver fatto la decisione sbagliata colpendo un poliziotto». Per chi conosce l’inglese la frase originale pronunciata da Lee Elder è stata «When I called mom and told her... police station and they’re saying I killed a cop». L’avvocato Peters suggerisce di poi di «provare a sviluppare il racconto», ma nell’informativa data ai magistrati si legge: «L’obiettivo è cercare di ridurre l’importanza di queste prove». E continua: «Making motions to the Court ( Presentare istanze alla Corte)». Nella traduzione è: «Il nostro scopo è cercare di vincere la simpatia della Corte, giocare sulle emozioni». Se quindi nella traduzione alcune frasi sono state tradotte male altre sono state addirittura omesse, stranamente quelle che andrebbero a depotenziare le accuse nei confronti dei due. Infatti una delle parti omesse riguarderebbe quella in cui Elder dice che i due carabinieri non avrebbero mostrato alcun tesserino: «Non hanno mostrato nulla, non hanno detto nulla» e ancora «Non sapevo fosse un poliziotto. Pensavo fosse un malvivente... un mafioso».

Ma di tutto questo non c’è alcuna traccia. Sono stati i difensori di Elder, gli avvocati Renato Borzone e Roberto Capra, a riascoltare tutti i nastri e a far ripetere la traduzione. Come spiega proprio l’avvocato Renato Borzone al Dubbio «le trascrizioni presenti nell'informativa dei carabinieri sono state pubblicate sulla stampa prima del deposito degli atti», prassi ormai usuale nel filo diretto che gli inquirenti hanno con certi mezzi di informazione. «L'obbiettivo – prosegue Borzone – era quello di avvalorare la tesi dell'accusa, ovvero che i nostri assistiti fossero a conoscenza del fatto che il vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega e il carabiniere Andrea Varriale fossero appartenenti alle forze dell'ordine».

Infatti la maggior parte dei giornali titolarono a novembre: “Mario Cerciello Rega, l'intercettazione inchioda Elder Lee: I due sbirri hanno fatto vedere i distintivi”. Per questo l’avvocato Borzone con il collega Capra ha deciso «di dare incarico ad una traduttrice esperta di lavorare sulle intercettazioni e tradurle correttamente in italiano». Il testo integrale della traduzione verrà depositato mercoledì prossimo nel corso della prima udienza con lo scopo di mostrare ai giudici della Corte d’assiste gli errori compiuti e le parti di conversazione non rese note. Tali conversazioni potrebbero rivelarsi decisive nel giudizio. Non si conosce il percorso che gli originali delle conversazioni, delle trascrizioni e delle successive traduzioni abbiano fatto tra gli investigatori; per l’avvocato Borzone una buona prassi “sarebbe stata quella di sbobinare prima il testo e poi farlo tradurre”. Si sa solo che a lavorare sui testi sono stati un traduttore italiano e uno svedese. “Le traduzioni sono state effettuate da un perito scelto dai magistrati”, chiarisce l’Arma anche se adesso saranno gli investigatori a dover spiegare perché abbiano deciso di tralasciare alcuni parti essenziali per il completo espletamento della difesa. L’avvocato Borzone però non vuole puntare il dito contro nessuno: «devo pensare che si tratti di un errore, non ho elementi per dire il contrario. Nonostante questo il fatto è molto grave. Su questa vicenda bisogna cessare di fare speculazioni, considerato anche che già diverse stranezze hanno contraddistinto la fase pre- processuale». La stessa procura di Roma infatti ha aperto un fascicolo per il reato di falso nei confronti del capo della Stazione Farnese, il luogotenente Sandro Ottaviani, il quale ha dichiarato di aver ricevuto la pistola di Andrea Varriale dalle sue mani in ospedale la notte dell'omicidio, circostanza impossibile visto che i due erano disarmati. «Siamo intenzionati – conclude Borzone – a fare un processo che accerti i fatti. Si tratta di una storia tragica perché è morto un uomo: per lui e per la sua famiglia ha chiesto di pregare la madre di Elder. Ma siamo convinti che gli imputati non sapessero di trovarsi dinanzi a due carabinieri, altrimenti avrebbero agito diversamente”. Intanto in carcere Elder ha cominciato ad imparare l’italiano ma continua ad essere molto turbato e spera che si arrivi presto ad una conclusione.

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