La rinnovata organizzazione del Tribunale di Sorveglianza di Roma

di Valentina Stella Il Dubbio 22 febbraio 2020

Si è tenuta ieri l’inaugurazione della nuova ‘Aula avvocati’ presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma. La presidente Maria Antonia Vertaldi ha tenuto una relazione sui cambiamenti apportati sin dal suo insediamento, avvenuto circa 3 anni fa.  Il primo riguarda l’istituzione ex novo dell’ ‘ufficio iscrizione al ruolo generale’ che sin dall’inizio ha sofferto per la mancanza di 4 unità di personale amministrativo: ora grazie ad una nuova unità di assistente giudiziario e ad una unità di polizia municipale ottenuta dal Roma Capitale ha iniziato ad andare a buon regime. Sostanzialmente, dice al Dubbio la presidente, “grazie ad una fattiva collaborazione interistituzionale” sono passate al Tribunale di Sorveglianza ben cinque risorse umane distribuite tra il front office e altri uffici che presentavano criticità. Altre risorse umane dalla Regione Lazio, dal Coa e dal Dap sono state assegnate a diversi uffici. A breve partirà anche il nuovo servizio di notifiche telematiche ai professionisti. Quello che purtroppo si è rilevato negli ultimi tempi, ha sottolineato la Vertaldi, è che “un qualunque evento di assenza di personale finisce con il comportare pesanti ricadute sull’utenza e inevitabilmente sull’immagine dell’Ufficio”. L’utenza che sta a cuore alla magistratura è una utenza qualificata e non.  Tra loro gli avvocati che si recano al tribunale per presentare istanze al fine di ottenere l’accesso alle misure alternative per i propri assistiti. Per questo molti procedimenti arretrati sono stati portati a termine grazie “ad una accresciuta attenzione verso la fase esecutiva del processo”. La presidente non sottovaluta affatto la situazione del Tribunale da Lei presieduto che può apparire anche ‘intollerabile’, tuttavia evidenzia che pur tra mille difficoltà il recupero di risorse umane “ha consentito di iniziare il cammino del rinnovamento” e conclude: “magistrati e avvocati lavorano insieme nel solco tracciato dall’articolo 27 della Carta costituzionale”.

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