Mantovano sbatte la porta in faccia a La Russa

Angela Stella Unità 4 dicembre 2025

L’emergenza carcere torna al centro del dibattito politico ma sempre con il solito schema che alla fine conduce ad un nulla di fatto. Due giorni fa il presidente del Senato Ignazio La Russa aveva sollecitato un provvedimento di clemenza contro il sovraffollamento, auspicando che per Natale ci fosse un decreto che consenta “a chi ha scontato la maggior parte della pena, di finire di scontarla dentro di sé o in un altro luogo”. Il suo precedente appello, prima dell’estate, si era infranto contro il muro alzato dal suo stesso schieramento politico, Fratelli d’Italia, insieme alla Lega.  Ieri avevamo cercato di capire se ci fossero dei presupposti concreti per immaginare una tale soluzione. Fonti di via Arenula ci hanno fatto sapere che la questione non è all’ordine del giorno del Ministro Nordio. Trattandosi di un decreto ci dovrebbe essere l’ok formale della premier Meloni ma sembra che questo non avverrà mai perché a frenare le ambizioni di La Russa ci ha pensato il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano che interpellato dai cronisti sulla proposta del vertice di Palazzo Madama ha risposto: “Noi come governo stiamo lavorando in modo intenso perché da qui a due anni, ma i primi risultati già ci sono, si affronti la questione del sovraffollamento carcerario. Per cui il gap esistente adesso, tra circa 53.000 disponibilità rispetto a quasi le 64.000 presenze, contiamo di colmarlo in due anni con un lavoro intenso”. Dunque nessun mini indulto per Natale. Detenuti non vi resta che rassegnarvi. A lui ha replicato immediatamente la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani: “Sono tre anni che non fate niente per il sovraffollamento delle carceri italiane. Anzi lavorate per peggiorarne le condizioni come sta accadendo per esempio negli istituti minorili”. La deputata ha aggiunto: “Sono tre anni che promettete interventi, avete fatto decreti carceri urgenti e ancora non avete fatto niente”. A proposito, si è chiesta “che fine hanno fatto i provvedimenti per consentire l’accesso alle cure in comunità per i detenuti che hanno dipendenze? E anche stavolta il problema sono i giudici, quelli di sorveglianza. Ma lo sa il sottosegretario che i magistrati di sorveglianza sono solo 233 per 64 mila detenuti e circa 190 istituti penitenziari? Chieda al ministro Nordio se sta facendo qualcosa. La risposta è semplice: niente”. Del resto “il ministro ritiene che il sovraffollamento serva come deterrente per i suicidi in carcere. Fra l’altro il sottosegretario Mantovano smentisce a sua insaputa il presidente del Senato La Russa che propone un mini indulto. Il solito gioco delle parti all’interno del Governo sulla pelle delle persone”. A proposito di opposizioni ieri hanno ribadito, nell'Aula della Camera, la richiesta di una informativa urgente del Guardasigilli sulla situazione. “Le proposte sono sul tavolo e il governo le conosce -  ha ricordato il deputato di +Europa Riccardo Magi -:  la liberazione anticipata speciale, il numero chiuso, le case di reinserimento sociale; ovvero, tutto ciò che potrebbe servire per mettere in atto un intervento davvero efficace. Purtroppo invece - ha proseguito il parlamentare radicale - siamo di fronte a un ministro che ogni volta che è venuto qui ha detto che è dispiaciuto, ma anche che tutto sommato il sovraffollamento è un dato anche positivo perché è un dato di prevenzione rispetto al rischio dei suicidi. Sembrerebbe una battuta ma questo è riuscito a dire il ministro della Giustizia italiano. Allora il problema non è che siamo noi che sbagliamo ministro a cui rivolgerci: è il governo che ha sbagliato ministro a cui dare a l'incarico e a cui dare le deleghe”. E infine rivolto a La Russa: “quando penserebbe il presidente del Senato di approvare in sessione di bilancio un provvedimento che consenta ai detenuti che hanno pochi mesi di pena di passare il Natale a casa? Quando pensa il presidente del Senato di inserirlo nel calendario?”. Intanto solo dopo un mese e dieci giorni dall’emanazione della circolare del Dap - con cui si obbligavano le Direzioni degli istituti penitenziari in cui siano presenti detenuti allocati in reparti di Alta Sicurezza o in regime ex art. 41 bis OP a sottoporre a preventiva approvazione della Direzione Generale Detenuti e trattamento ogni evento di carattere trattamentale che coinvolga la comunità esterna al carcere -  il Ministero fa marcia indietro. Sì, Via Arenula ha già smentito che si tratti di una marcia indietro ma a noi piace leggerla così. Che cosa è successo? Dopo quel provvedimento si erano sollevate molte polemiche. Persino Giovanni Bachelet, Fiammetta Borsellino, Marisa Fiorani, Silvia Giralucci, Manlio Milani, Lucia Montanino, Maria Agnese Moro, Giovanni Ricci, Sabina Rossa, Paolo Setti Carraro avevano inviato una lettera al Ministro della Giustizia Carlo Nordio per dissentire. E adesso è stata emanata una nuova circolare in cui in pratica l’autorizzazione torna in capo ai magistrati di sorveglianza mentre al Dap spetterà un “nulla-osta”. Così commenta la presidente di Nessuno Tocchi Caino Rita Bernardini: “questa volta il Ministero ha agito nella direzione giusta, togliendo innanzitutto quella stortura che dava al Dap il potere di autorizzare. Inoltre stabilisce tempi certi e rapidi per valutare la pratica”.


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