Cittadinanza responsabile: Non solo vietare la grande sfida dall’educazione

di Valentina Stella Il Dubbio 15 settembre 2017

Uno dei focus di ieri era dedicato alla “Educazione alla legalità, il ruolo delle professioni legali nella costruzione di una cittadinanza responsabile”. Per Anton Giulio Lana, presidente dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani ( Italia), «se gli interventi repressivi risultano in parte inefficaci e quelli legislativi difficilmente adottabili in tempi brevi per la necessità di una loro dimensione internazionale, occorre un salto di qualità di tipo culturale in cui l’avvocato può assumere un ruolo importante di educazione». Gli ha fatto eco Liviu Olteanu, segretario generale dell’International Association for the Defense of religious liberty ( Aidlr), per il quale «gli avvocati possono rientrare nella categoria degli accademici che insieme ai leader religiosi, ai politici e agli educatori devono esprimersi pubblicamente contro il linguaggio d’odio, in quanto non si può assolutamente restare in silenzio dinanzi a tali fenomeni». Tuttavia, essendo milioni i soggetti bersagli del linguaggio aggressivo - rifugiati, immigrati, lgbti, ebrei, africani - è fondamentale non dimenticare, per Stephane Jaquemet, delegato dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati per il Sud Europa, che «il linguaggio d’odio è un omicida che non si può combattere con la gentilezza, ma con forza, senza essere remissivi. Non sorprende, infatti, che esso rappresenti un’allerta per futuri crimini contro l’umanità e per i genocidi. Un esempio? Radio Mille Colline che favorì lo sterminio di massa in Ruanda». Per tentare di realizzare qualcosa di concreto che prevenga queste escalation, per Mario Ricca, professore di Diritto interculturale all’ Università di Parma, «bisogna capire che, co- me ha ribadito la presidente Boldrini, non esiste una divisione netta tra rete e mondo reale. Le parole producono effetti e cambiano lo spazio. Il linguaggio dell’odio non si riduce al semplice odio, ma produce conseguenze: ad esempio più un messaggio di un soggetto acquisisce like, più aumenta la visibilità del soggetto, più egli realizza il suo scopo. La soluzione è quella di stimolare dal basso la fiducia degli utenti. Una proposta potrebbe essere, ispirandosi al meccanismo di valutazione di Ebay, di creare una agenzia che stili una classifica dei soggetti verbalmente più aggressivi. In tal senso il diritto non assume una funzione repressiva. Gli avvocati da un lato possono vigilare sulle valutazioni degli utenti e dall’altro possono farsi portatori di un processo di empowerment».

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