Nordio va in aula e rivendica la riforma

 Valentina Stella dubbio 27 giugno 2025

La temperatura nell’Aula del Senato è più infuocata di quella che si percepisce nelle strade assolate di questi giorni. A farla schizzare in alto la riforma costituzionale della separazione delle carriere che ieri ha visto andare in scena prima uno scontro tra il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e le opposizioni e poi l’applicazione del famoso ‘canguro’ agli emendamenti. Il tutto, paradossalmente, in un emiciclo quasi vuoto a cause delle assenze nei partiti azionisti di Governo, come ha sottolineato la vice presidente dem di Palazzo Madama, Anna Rossomando: «Per la maggioranza è la riforma delle riforme sulla giustizia, addirittura 'epocale', poi però non riescono neanche a garantire il numero legale». Il copione di accuse reciproche comunque è stato sempre lo stesso. Da un lato il Guardasigilli che, attraverso richiami a Tucidide,  Blaise Pascal e Parry Mason, ha lanciato stoccate alla minoranza e dato lezioni di storia. Dall’altra le opposizioni che lo hanno praticamente accusato di essere un despota che non ha permesso di far modificare di una virgola la riforma che porta il suo nome. Nordio, in particolare, ha ribadito che «non c'è mai stato dialogo, perché nessuno l'ha mai voluto». «Lasciando stare Anm -  ha spiegato -  che ha subito risposto con uno sciopero senza se e senza ma, senza alcuna interlocuzione, nemmeno le parti politiche si sono offerte di dialogare in questo senso e io penso anche di sapere perché: perché eravate convinti che questa riforma non si sarebbe fatta». Ha poi assicurato nuovamente «il pm rimane indipendente», nonostante le previsioni fatte dal suo sottosegretario Delmastro al Foglio, come gli hanno rinfacciato le opposizioni. Per quanto concerne il sorteggio il responsabile di Via Arenula ha rimarcato che è necessario per fronteggiare «il verminaio», situazione in cui «abbiamo visto essere finito il Csm, quando, sotto la direzione - peraltro non unica - di Palamara, ha fatto questo mercimonio, questa baratteria di cariche. Poi tutto è finito lì». Infine ha sostenuto che la magistratura - «è sicuramente indipendente (e deve restarlo) dal potere politico» ma «non è affatto indipendente da sé stessa. Essa è vincolata da tutta quella matassa ingarbugliata di potere che si chiama correnti, per le quali i magistrati hanno il coraggio di manifestare in piazza, ma non hanno il coraggio di dire apertamente che sono favorevoli, per esempio, a provvedimenti come questo».  Sulla stessa scia il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «La riforma permetterà di «realizzare la separazione delle carriere e riformare finalmente un Csm devastato negli anni passati da scandali e lottizzazioni. Procediamo con la consapevolezza di affrontare una riforma storica. Senza avere l'ansia delle ore, ma nella consapevolezza di un percorso che è stato proposto più volte negli anni e che oggi continua ad avvicinarsi al traguardo». Prima era stato il presidente del gruppo del Partito democratico al Senato, Francesco Boccia, ad attaccare pesantemente l’Esecutivo e la maggioranza: «Il Parlamento è ridotto ad un organo di ratifica, il dissenso è diventato sospetto, il diritto è visto come un ostacolo, non come una garanzia. Questa non è una stagione di riforme. È diventata una stagione di resistenza democratica». Ha parlato poi di «iter inaccettabile, forzato, anticostituzionale, per cui la riforma è stata portata in Aula senza attendere la conclusione dei lavori in Commissione». Sulla presunta mancanza di dialogo da parte delle opposizioni, ha replicato prima il senatore di Avs, Peppe De Cristofaro: « alla Camera e al Senato, su tutti gli emendamenti che sono stati presentati a questa riforma da parte delle forze dell'opposizione, avete dato un numero di pareri favorevoli pari a zero. Non era mai successo prima. Si renderà conto – rivolto a Nordio -  anche lei che questa cosa, di per sé, rappresenta una anomalia». Poi sullo stesso tema la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino: «da parte nostra c'è stato sempre uno spirito costruttivo e mai ostruzionistico. Non ci siamo mai opposti alle linee generali della riforma, che ci vedono d'accordo. Ma ci sono aspetti su cui abbiamo chiesto di essere ascoltati e questo non è avvenuto». Ad esempio « avevamo proposto il sorteggio temperato dei membri del Csm. E serviva un intervento sull'obbligatorietà dell'azione penale, sulla quale il ministro Nordio non ha detto nulla. Senza queste modifiche, la riforma rischia di non fare il bene dei cittadini». Il partito di Matteo Renzi ancora non ha deciso se alla fine si asterrà sul provvedimento o voterà a favore. Comunque quasi al termine della seduta d’Aula si è iniziato a votare i primi emendamenti presentati alla riforma la presidente di turno, Licia Ronzulli, ha deciso di applicare, tra le proteste, il canguro, ossia la prassi parlamentare che consente di votare gli emendamenti raggruppando non solo quelli uguali, ma anche quelli di contenuto analogo. La parlamentare di Forza Italia ha spiegato che la presidenza stava applicando «le regole che da sempre sono confermate dalla Giunta del regolamento. Giunta che il 27 maggio 2025 ha deliberato di esprimere il suo parere, dicendo che è facoltà della presidenza di avvalersi della cosiddetta regola del ‘canguro’ anche per l’esame dei ddl costituzionali». Siccome le polemiche di Pd, M5S e Avs non si placavano e c’era da svolgere il sindacato ispettivo la seduta è stata sospesa e si riprende martedì 1 luglio alle 16:30. Nel tardo pomeriggio di ieri la replica del presidente del ‘sindacato’ delle toghe, Cesare Parodi: « L’Anm ha cercato in tutti modi un proficuo confronto con il governo e con le istituzioni, incontrando il ministro e gruppi parlamentari e dimostrando un’assoluta apertura verso la soluzione di problemi fondamentali dell’architettura costituzionale del Paese». Il caso Palamara? «È stato un caso scoperto dalla magistratura, e su cui la magistratura ha agito con durezza. Prima della conclusione del processo che lo riguarda l’Associazione nazionale magistrati lo ha espulso. Se il ministro è a conoscenza di altre circostanze intervenga con immediatezza, utilizzando il potere disciplinare di cui è titolare». 


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