Dl sicurezza: proteste delle opposizioni
valentina stella dubbio 4 giugno 2025
«Imperio intollerabile», «forzatura gravissima», «Parlamento come succursale di Palazzo Chigi»: sono solo alcune delle espressioni pronunciate ieri dalle opposizioni nell’Aula del Senato per descrivere quanto accaduto in merito al dl Sicurezza. In pratica il provvedimento, approvato la scorsa settimana alla Camera dei deputati dopo che il Governo aveva posto la fiducia, è sbarcato ieri a Palazzo Madama in maniera alquanto singolare: le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia sono state convocate alle 13 per iniziare l’esame della legge di conversione del decreto legge, alle 15 è stato posto il termine per la presentazione degli emendamenti, alle 16 i commissari senatori sono stati riconvocati, si è preso atto che erano stati presentati 131 emendamenti e due ordini del giorno delle opposizioni, alle 17 il dl è arrivato in Aula senza che fosse conferito il mandato al relatore e senza che sia stata illustrata una sola modifica. Il presidente della prima commissione, il meloniano Alberto Balboni, ha semplicemente dichiarato che, siccome occorre che il dl venga convertito entro il 10 giugno, si è ritenuto di non procedere con l’esame del provvedimento nelle commissioni. Le opposizioni invece avevano chiesto di discuterne fino a lunedì pomeriggio per poi portare la norma all’attenzione dell’emiciclo. Avs, Pd, M5s e Iv hanno poi presentato delle questioni pregiudiziali di costituzionalità. Tutte le richieste sono state respinte dall’Aula. La maggioranza, infatti, non ha alcuna intenzione di riaprire la pratica, altresì perché approvare anche un solo emendamento significherebbe tornare alla Camera: previsione impossibile da accettare per il Governo e i suoi azionisti. Come ormai noto il dl sicurezza altro non è che un copia-incolla quasi integrale del ddl sicurezza approvato alla Camera il 18 settembre 2024 che poi l’Esecutivo ha deciso di trasformare in un decreto legge, sollevando numerosi dubbi sui criteri di necessità ed urgenza. Non solo: la maggioranza ha poi deciso di blindarne la conversione parlamentare, soffocando dibattito e proposte di modifica da parte dei partiti di minoranza. «Ci troviamo di fronte a un gravissimo abuso della decretazione d'urgenza al quale si somma, da parte della maggioranza, una mortificazione senza precedenti del ruolo e della funzione del Parlamento. Non abbiamo neanche potuto iniziare a trattare gli emendamenti perché la maggioranza ha ritenuto che comunque entro le cinque non fosse possibile concluderne l'esame», ha detto il dem Andrea Giorgis che ha definito il decreto Sicurezza «un provvedimento vergognoso e illiberale». «È un modo di interpretare la democrazia assai poco democratico», ha aggiunto il presidente del gruppo Misto e esponente di Avs, Peppe De Cristofaro. «C'è una volontà politica precisa di schiacciare il Parlamento – ha rincarato la dose la senatrice del M5S Alessandra Maiorino - perché come opposizioni ci siamo messe d'accordo per 131 emendamenti, pochissimi, e ci hanno risposto che non è un numero di emendamenti gestibile». Dalla maggioranza invece arriva una lettura opposta di quanto successo e si accusano le opposizioni di fare ostruzionismo. Secondo il senatore di Fratelli d’Italia, Marco Lisei, relatore con Erika Stefani (Lega) del provvedimento durante l'iter in Commissione, «l'ostruzionismo sul decreto Sicurezza è una vergogna della quale le opposizioni dovranno rispondere al Paese», ha commentato specificando che «avete presentato 933 emendamenti» in Aula. Stesso pensiero quello condiviso dal presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «Il decreto sulla sicurezza entrò alla camera nel febbraio del 2024. Da allora c'è stato più di un anno di ostruzionismo delle sinistre tra Camera e Senato». Per questa ragione, ha aggiunto il parlamentare «si è legittimamente fatto ricorso a un decreto, per far entrare in vigore con più rapidità, dopo più di un anno di ostruzionismo delle sinistre, norme a tutela della legalità, a difesa del popolo in divisa, a sostegno dei cittadini vittime di aggressioni, di occupazione di casa e di altri reati. Quindi chi si lamenta delle procedure a cui si è fatto ricorso, ammetta che da più di un anno la sinistra ed i grillini fanno ostruzionismo a favore di chi ferisce poliziotti e carabinieri, a sostegno di chi ha fatto della illegalità la propria ragione di vita». Lo stesso Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante la conferenza stampa del 4 aprile disse: «siccome l’approvazione normale» in Parlamento con tre letture sul ddl sicurezza «si sarebbe prolungata, abbiamo pensato di dare una data certa per l’approvazione del provvedimento. Abbiamo detto: diamogli un tempo certo, sicuro», assicurando comunque che non c’era «nessuna compressione della centralità del Parlamento» in quanto «l’ultimo giudice» sarebbero state comunque le due Camere in sede di conversione. Ma allora ci si chiede: il dl è stato concepito per superare le iniziative delle opposizioni o perché c’era necessità e urgenza? Probabilmente sarà la Corte costituzionale a deciderlo. Intanto, nel momento in cui scriviamo è in atto la discussione generale in Senato. Non è escluso che venga posta nella seduta notturna la fiducia che si potrebbe votare questa mattina.
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