Cdm: ok ai decreti attuativi del penale

 di Angela Stella Il Riformista 5 agosto 2022


Via libera ieri dal Consiglio dei Ministri al decreto legislativo di attuazione della riforma del processo penale. Tutti i partiti hanno votato a favore. Dunque anche il Movimento Cinque Stelle e la Lega che nei giorni precedenti, sollevando diverse critiche, avevano fatto presagire un voto contrario. Adesso si riservano la possibilità di richiedere delle modifiche durante la discussione nelle commissioni giustizia, chiamate ad esprimere dei pareri entro sessanta giorni. Essi non sono vincolanti, quindi la Ministra Cartabia potrebbe anche non tenerne conto. Si tratta di 99 articoli che, insieme alla parte già vigente sull'improcedibilità, hanno l'obiettivo di ridurre, come richiesto dall'Europa,  del 25% entro il 2026 la durata media del processo penale. Gli interventi attuativi della legge delega riguardano la procedura penale, il sistema sanzionatorio penale, la giustizia riparativa. Tra le novità più importanti: al termine delle indagini il pubblico ministero dovrà chiedere l’archiviazione quando gli elementi acquisiti non consentono una ragionevole previsione di condanna. Oggi invece per il rinvio a giudizio è sufficiente disporre di elementi “idonei a sostenere l’accusa in giudizio”. Per quanto riguarda le impugnazioni, tema caro all'Unione delle Camere Penali, l'appello sarà inammissibile per mancanza di specificità dei motivi quando, per ogni richiesta, non sono enunciati in forma puntuale ed esplicita i rilievi critici in relazione alle ragioni di fatto o di diritto espresse nel provvedimento impugnato, con riferimento ai capi e punti della decisione ai quali si riferisce l’impugnazione. Sul piano dei sistema sanzionatorio si dà risposta al problema dei cosiddetti “liberi sospesi”, rendendo effettive le loro condanne. La legge delega, infatti, introduce pene sostitutive delle pene detentive brevi per condanne fino a 4 anni, che verranno applicate ora direttamente dal giudice di cognizione al momento della chiusura del processo e non più in una fase successiva dal Tribunale di sorveglianza. Non è previsto comunque nessun automatismo, l’applicazione è rimessa alla valutazione del giudice, caso per caso. Viene ampliato l’ambito di applicazione della messa alla prova ad un insieme circoscritto di reati puniti con pena non superiore nel massimo a sei anni. Soddisfazione da parte della responsabile Giustizia del Pd, Anna Rossomando: "Dopo i decreti attuativi del processo civile, il Cdm ha dato il via libera anche a quello relativo al penale. Un importante passo verso la messa a terra definitiva alla riforma, decisiva per l'ottenimento dei fondi del Pnrr. Ma non solo. Ci siamo infatti battuti affinché nelle deleghe venissero approvati interventi fondamentali e di merito su presunzione di non colpevolezza, incremento dei riti alternativi con la previsione già al momento del processo di pene alternative alla detenzione, ampliamento e investimento sulla giustizia riparativa; mettendo al centro i tempi del processo che devono essere certi e ragionevoli. Significa dare più garanzie ai cittadini e risposte alle domande di giustizia". Plauso anche dal responsabile giustizia di Azione Enrico Costa:  “Non accadrà più che persone innocenti vedano le notizie relative alle inchieste nei loro confronti diffuse in rete anche dopo l’assoluzione o il proscioglimento. Con le nuove norme sull’oblio approvate oggi (ieri, per chi legge) in Cdm, nate grazie ad un mio emendamento, chi è stato assolto o prosciolto avrà diritto di ottenere dai motori di ricerca web la deindicizzazione dei dati relativi ai procedimenti giudiziari che lo hanno interessato. La sentenza di assoluzione sarà il titolo per ottenere, senza se e senza ma, che le notizie relative alle inchieste non vengano più associate alla persona innocente. Un grande risultato, una norma di civiltà che rafforza il rispetto del principio di presunzione di innocenza nel nostro Paese. Basta innocenti marchiati a vita”. Nulla di fatto invece per l'ergastolo ostativo: la conferenza dei capigruppi di ieri al Senato ha rinviato a settembre. I Cinque Stelle avrebbero voluto accelerare per scongiurare un "vuoto normativo che potrebbe aprire la possibilità di buttare giù il muro del carcere per i boss mafiosi", aveva detto Giulia Sarti. Ma sarà difficile approvare il testo tra divisioni dei gruppi, campagna elettorale e possibile ritorno alla Camera.

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