Cappato si autodenuncia

 di Angela Stella Il Riformista 4 agosto 2022


Ieri mattina il leader dell'Associazione Luca Coscioni Marco Cappato si è andato a denunciare in una caserma dei carabinieri milanesi per aver accompagnato qualche giorno fa in Svizzera una signora veneta che si era rivolta all'associazione per poter accedere legalmente al suicidio assistito. Elena aveva 69 anni, era una paziente oncologica, non dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Per Marco Cappato si tratta di una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non è “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”, quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia. Uscito dalla caserma ha riferito ai cronisti: "Alle forze dell'ordine ho raccontato le mie azioni concrete che mi hanno permesso di aiutare Elena. Lunedì mattina alle ore sette con la mia auto sono andato nel paese in Veneto di Elena, le ho citofonato, l'ho fatta accomodare in macchina e siamo partiti per Basilea". Il tesoriere dell'associazione ha concluso sottolineando che la sua presenza è stata utile e necessaria "per interpretare i documenti e le conversazioni col medico e il personale della clinica. Ho cercato di fare sentire Elena meno in esilio". Un altro aspetto importante delle sue dichiarazioni è il seguente: "Nella dichiarazione resa ai carabinieri ho sottolineato che se mi sarà chiesto continuerò a dare aiuto a persone come Elena". A tal proposito l'ALC mette a disposizione un numero bianco (06 9931 3409), una vera e propria "infoline gratuita per far luce sui diritti nel fine vita e per avere maggiori informazioni".  Cappato rischia fino a 12 anni di carcere per l’accusa di aiuto al suicidio. L'autodenuncia di Cappato è stata trasmessa alla Procura di Milano e sarà valutata dall'aggiunto Tiziana Siciliano, che si è già occupata del caso di Dj Fabo. A questo punto ci si chiede: non dovrebbero essere previste le misure cautelari per pericolo di reiterazione del reato? 


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