Quei trattamenti inumani denunciati anche da Napolitano

di Valentina Stella Il Dubbio 14 febbraio 2018

«Continueremo a convocare conferenze stampa finché il Governo non comunicherà i tempi certi per l’attuazione della riforma dell’ordinamento penitenziario» : così ieri pomeriggio, presso la sede di Torre Argentina a Roma, Sergio D’Elia ha aperto il secondo incontro sulla “lotta nonviolenta del Partito Radicale e di 9.400 detenuti e oltre 195 cittadini ‘ liberi’” che stanno portando avanti alcuni giorni di sciopero della fame per sollecitare il varo della riforma. Come vi abbiamo raccontato spesso dalle pagine di questo giornale, l’iter è stato tortuoso, osteggiato e si rischia che l’approvazione definitiva salti con l’avvicinarsi del 4 marzo. Giunta al 23esimo giorno di digiuno, Rita Bernardini, membro della Presidenza del Partito Radicale, ha reso noto che «Gentiloni, tramite Roberto Giachetti, mi ha fatto sapere che la riforma andrà in porto prima del voto; nonostante questa rassicurazione indiretta, mi sarei aspettata una telefonata o almeno un sms da lui, considerato che stiamo cercando di contattarlo da giorni; avrebbe dimostrato così almeno un po’ di rispetto per il partito più vecchio d’Italia». Aggiungendo: se non mi chiama, ma approva la riforma va bene lo stesso...
L’esponente radicale ha riletto anche alcuni stralci del messaggio alle Camere dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla questione carceraria diffuso nell’ottobre 2013, in particolare: «Ma l’Italia viene, soprattutto, a porsi in una condizione che ho già definito umiliante sul piano internazionale per le tantissime violazioni di quel divieto di trattamenti inumani e degradanti nei confronti dei detenuti che la Con- venzione europea colloca accanto allo stesso diritto alla vita» e le conclusioni relative all’esigenza di indulto e amnistia, come ripetuto più volte da Marco Pannella.
Presente alla conferenza anche l’onorevole Renata Polverini, candidata con Forza Italia alla Camera: «Ho deciso nuovamente di prendere la tessera del Partito Radicale perché il tema delle carceri lo sento molto e mi ha appassionata da quando ero presidente della Regione Lazio. Proprio le Regioni sono un po’ distratte su quello che realmente potrebbero fare per migliorare la vita detentiva». La scelta della Polverini di partecipare alla conferenza è stata commentata favorevolmente dal direttore del Dubbio, Piero Sansonetti, invitato a partecipare come rappresentante di quella parte di stampa - purtroppo minima - che si occupa del tema: «È ammirevole il suo coraggio di venire qui in piena campagna a parlare di carceri. E questo mi porta a dire che il problema di questa approvazione non è tanto ascrivibile ai contrari ma alla paura di quelli favorevoli di farsi avanti in questi giorni, a partire proprio da Gentiloni». Durante l’incontro, a cui erano presenti anche Giandomenico Caiazza e Francesco Petrelli dell’Unione delle Camere Penali Italiane, è arrivato anche un messaggio di Ilaria Cucchi che lanciando un appello a Gentiloni ha dichiarato: «Probabilmente, se questa riforma fosse stata in vigore, mio fratello Stefano sarebbe ancora con noi».

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