Processo Occhionero: nessun riscontro su istituzioni hackerate



Valentina Stella dal Tribunale di Roma 15 febbraio 2018

Nuova udienza oggi nell’ambito del processo a carico dei fratelli Giulio e Francesca Occhionero, accusati dalla procura di Roma di cyber spionaggio.  Il giudice monocratico Antonella Bencivinni, in base all’articolo 507 del codice di procedura penale, ha voluto risentire tre testi appartenenti al CNAIPIC, la polizia giudiziaria che ha analizzato computer, server, file oggetto dell’indagine. La vicenda è molto complessa e a dispetto dei titoli di giornale apparsi fino ad ora per cui i due sarebbero dei super cyber spioni, è apprezzabile l’interesse e la curiosità di un giudice che non appare appiattita sulla tesi dell’accusa ma pone domande ai testi per sbrigliare la matassa. Al di là dei molti tecnicismi informatici evidenziati in oltre 4 ore di deposizioni, è emerso un dato importante: il giudice ha chiesto ai testi se al momento esiste un file con l’elenco preciso delle vittime istituzionali  - quelli urlati da tv e giornali al momento dell’arresto degli Occhionero tipo Renzi, Draghi, Monti, Fassino, Cicchitto - che avrebbero subito un hackeraggio da fratelli Occhionero e successiva esfiltrazione di dati personali. La risposta, dopo un anno di carcere per Giulio Occhionero e nove mesi per la sorella proprio per l’accusa di esfiltrazione, e 5 mesi di processo è stata che al momento questo elenco non esiste. Non è certo una sentenza, anzi i rilievi sono ancora in corso ma ad oggi fa riflettere. Intanto Giulio Occhionero ha reso noto con i suoi avvocati – Parretta e Bottacchiari - di aver consegnato altro materiale alla procura di Perugia, che sta indagando sulle modalità delle indagini condotte nei confronti degli imputati, e che a giudizio della difesa proverebbe che tutto ciò che è stato fornito al momento della denuncia è, per lo meno, stato acquisito illegalmente e a partire da molto prima della notizia di reato “che è chiaramente stata fabbricata per essere addossata a noi – ha dichiarato Giulio Occhionero - . Tutta questa vicenda, che spero la Procura di Perugia riuscirà a chiarire, lascia un'ombra così grave sull'operato della più grande procura d'Europa, e la prima d'Italia, e pone gravissimi interrogativi sulla tenuta delle libertà civili in questo Paese”. Come precisa l’avvocato Bottacchiari “è stato praticato un taglio che difficilmente può essere ritenuto casuale sui dati prodotti in giudizio, e ciò è evidente guardando la lista dei file criptati e di quelli decriptati”.

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