Così l’avvocatura milanese apre le porte ai non vedenti

di Valentina Stella Il Dubbio 13 luglio 2017

Avvocati letteralmente al buio quelli riunitisi ieri pomeriggio presso l’Istituto dei ciechi di Milano: «Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati milanesi - ci racconta il presidente Remo Danovi - ha accettato di riunirsi e discutere al buio, e fare così un’esperienza straordinaria, che ci ha aiutato a comprendere meglio la situazione e la quotidianità di quanti vivono una situazione speciale e sviluppano abilità diverse dalle nostre». Per questo Danovi, durante l’incontro, ha annunciato la preparazione di un “Codice delle fragilità”, curato dall’Ordine di Milano, che prende spunto dalle «nostre numerose iniziative già esistenti sul territorio» come gli sportelli di orientamento legale del cittadino e delle vittime di violenza di genere, o di particolari reati e patologie, dall’usura alle ludopatie. D’intesa con l’Istituto dei ciechi sarà infatti aperto uno sportello con modalità specifiche per ipo- vedenti e non vedenti, e anche per il tutoraggio dei laureati non vedenti che intendano esercitare la professione forense.Sarà il primo di altri sportelli dedicati alle
disabilità, che insieme alle molteplici forme di fragilità destano l’attenzione dell’Ordine degli avvocati. «Ogni grande esperienza umana, ogni invenzione, la nostra vita stessa, partono dal buio, dall’isolamento, dalla inevitabile solitudine - continua Danovi - anche l’avvocato, nel silenzio interiore imposta la sua linea difensiva. Abbiamo sperimentato questo privilegio, e ci siamo aperti a una discussione sincera, attenta, fatta di re-ciproco ascolto, come forse non sempre riusciamo a fare nelle nostre sedute, quando restiamo connessi con il nostro studio, con i nostri clienti, con le nostre scadenze, e non sempre troviamo il tempo di riflettere e approfondire i temi in discussione». Taliiniziativa si inserisce dunque in quella piùampia che l’Ordine porta avanti, attraverso larete di sportelli sul territorio e nelle carceri, e gli incontri di educazione alla legalità nelle scuole. Il Consiglio, per la prima volta convocato fuori dal Palazzo di Giustizia, ha discusso anche di numerose questioni riguardanti il futuro dell’Ordine professionale: dalla formazione degli avvocati all’architetturadell’Ordine2.0, con l’automazione
delle funzioni istituzionali e dei servizi rivolti agli iscritti; fino al progetto “Casa dell’avvocatura”, che si propone di offrire spazi e servizi agli avvocati e alle loro famiglie, con particolare attenzione alle giovani generazioni.

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