Revocata la sorveglianza per “ assenza di pericolosità”

di Valentina Stella Il Dubbio 19 marzo 2020

Revocate le misure di prevenzione a Giovanni Luca Nirta: lo ha deciso ieri la Sezione Misure di Prevenzione della Corte di Appello di Reggio Calabria.

L’uomo nell’aprile 2019 aveva finito di scontare la sua pena a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa.

Dopo la fine della detenzione, tuttavia, il tribunale di Reggio Calabria aveva predisposto misure di sorveglianza speciale, che ponevano ovviamente dei limiti alla condizione di libertà di Nirta, mai condannato per reati di sangue. Le motivazione addotte: mancata dissociazione dal sodalizio di appartenenza, esistenza ed operatività dalla cosca Nirta, pericolosità sociale. A ciò si sono opposti i suoi legali, gli avvocati Eugenio Minniti e Giuseppe Milicia, che invece, richiamando la giurisprudenza della Corte Costituzionale, nel loro ricorso hanno dimostrato l’assenza della pericolosità e l’avvenuta risocializzazione dell’uomo. I giudici nella motivazione di revoca delle misure scrivono che hanno tenuto conto: della lunga detenzione e della relativa funzione rieducativa, del buon comportamento carcerario e dell’assenza di qualsivoglia elemento di pericolosità sociale.

Come ci dice l’avvocato Minniti: «Questa revoca costituisce un importante provvedimento riabilitativo sotto il profilo umano e processuale per il mio assistito, in quanto era stato ingiustamente condannato a 12 anni di reclusione per reato associativo mafioso esclusivamente sulla scorta di un presunto mandato morale per l’omicidio Pizzata per cui è stato assolto con formula piena».

I Nirta Strangio sono stati protagonisti di una violentissima faida che li ha contrapposti ai Pelle Vottari costata decine di morti, tra cui la moglie dello stesso Nirta. A quella faida, secondo numerose sentenze, è collegata la famigerata strage di Duisburg in cui morirono sei persone e che ha reso tristemente celebre il comune di San Luca in tutto il mondo.

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