Da Secondigliano un modello virtuoso per il recupero

di Valentina Stella Il Dubbio 15 dicembre 2018

Un centro autorizzato per le revisioni di autovetture e veicoli stradali fino a 3,5 tonnellate all’interno del carcere “P. Mandato” di Napoli Secondigliano, nel quartiere Scampia, dove lavoreranno i detenuti una volta formati con i corsi di formazione regionale previsti per le fasce deboli 2014/ 2020. È quanto prevede uno dei due protocolli d’intesa sottoscritti a Napoli alla presenza del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al capo del Dap, Francesco Basentini, al sindaco Luigi De Magistris. Il secondo protocollo - “Mi riscatto per Napoli” - prevede invece l’impiego di detenuti del carcere napoletano, nell’ambito di attività lavorative di pubblica utilità, in particolare, per interventi di pulizia e restituzione del decoro di alcuni spazi pubblici come aree verdi e piazze del capoluogo partenopeo. L’obiettivo è quello di riuscire a coinvolgere gradualmente cento detenuti. Numerose le autorità intervenute per la presentazione dei protocolli – tra cui il Segretario generale della Cassa ammende, Sonia Specchia ela presidente del Tribunale di sorveglianza di Napoli, Adriana Pangia, oltre ovviamente la direttrice del carcere di Secondigliano, Giulia Russo.

Direttrice due protocolli importanti quelli appena sottoscritti, la prima volta poi tra due ministeri ( Giustizia e Trasporti) insieme.

Abbiamo voluto implementare le attività collegate ai lavori di pubblica utilità per i detenuti. Ci siamo mossi su tre importanti direttrici: la prima è la giustizia riparativa per cui i detenuti non riceveranno uno stipendio ma con il loro lavoro supereranno quella è che stata la lesione del patto sociale grazie al partenariato con il comune di Napoli. La seconda è la formazione grazie all’intervento di altre istituzioni importantissime come la Regione Campania, con la quale siamo stati firmatari un anno fa di progetti formativi. Al termine i reclusi riceveranno una certificazione regionale di acquisizione di competenze, che potrà essere utile per trovare un lavoro una volta espiata la pena. La terza riguarda la Cassa delle ammende che sta ipotizzando per il prossimo futuro di elargire dei sussidi per la remissione dei debiti che i detenuti contraggono o per spese di giustizia o per quelle derivanti dalla loro presenza nel carcere. Se non estinti potrebbero andare ad incidere sui loro probabili stipendi da cittadini liberi. Per il secondo protocollo, in particolare, si tratta di una importante sintesi inter- istituzionale, che avviene per la prima volta in Italia. Noi già dal 2017 con manodopera detenuta ci occupiamo del parco auto della polizia penitenziaria con un risparmio di circa il 50% rispetto agli anni precedenti e con questo nuovo protocollo puntiamo alla formazione meccatronica, attraverso corsi regionali, quindi spendibili completamente all’esterno. Un detenuto uscito dal carcere di Secondigliano potrà, con questa certificazione, aprire una autofficina. Il salto di qualità che abbiamo fatto con questo protocollo è che il centro di revisioni aprirà ai privati: più lavoro, più guadagno per la stessa amministrazione penitenziaria, in maniera totalmente trasparente con richiesta di riaccredito sui capitoli di spesa dell’amministrazione penitenziaria. Ma soprattutto si creerà un ponte tra l’intramurale e l’extramurale. Si tratta di concretizzare il dettato Costituzionale: rieducazione ma soprattutto ri- socializzazione del condannato.

Nel carcere di Secondigliano a giugno è stato anche inaugurato il polo universitario penitenziario regionale per i detenuti della Campania, il primo del meridione ed è stato costituito dall'Università degli Studi di Napoli Federico II e dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Provveditorato regionale. Ci sono le facoltà di Giurisprudenza, Scienze politiche, Economia e commercio, Farmacia e Nutraceutica, Arti politecniche. Per il prossimo anno accademico ci sarà probabilmente una implementazione grazie alla facoltà di Ingegneria. Lunedì 17 dicembre ci sarà la presentazione del corpo docente ai nostri detenuti. Sono settantasei quelli che si sono iscritti, trentuno di alta sicurezza e il resto media sicurezza ovvero detenuti comuni. Vi è stata però l’apertura a tutti gli istituti di Italia, previa sottoscrizione di un patto trattamentale, per evitare di accedere a Secondigliano solo per una mira territoriale. Grazie alla sinergia con l’Università e con la Regione Campania i detenuti non pagheranno le tasse universitarie. L’attenzione del ministro Bonafede per Secondigliano è particolare, avendovi fatto la prima delle sue visite a sorpresa. Accanto all’eccellenza delle attività che lei ha appena descritte, c’è da sottolineare il problema del sovraffollamento. Nonostante i nostri siano numeri importanti - forse quello di Secondigliano con 40 ettari di estensione è il carcere più grande d’Italia – e il numero dei detenuti abbia ormai superato quota 1400. su una capienza regolamentare di 1080 posti, non abbiamo un concreto problema di sovraffollamento. La struttura prevede tutti reparti soprattutto con stanze per due detenuti. Inoltre siamo dotati di un padiglione con servizio denominato Sai( Servizio di assistenza intensificato) che assicura assistenza sanitaria e che prevede anche stanze con un solo posto letto per esigenze particolari. Nel carcere di Secondigliano sono rinchiuse molti esponenti della malavita organizzata: dai boss ai gregari. Crede che anche per loro sia possibile la rieducazione e la risocializzazione?

Qui ci sono molti detenuti condannati per associazione mafiosa. Noi lavoriamo con molta attenzione. Proprio ultimamente c’è stata una bella manifestazione teatrale dal titolo ' Io non ci casco' scritta con l’aiuto dei registi e dei volontari e interpretata da un gruppo di venti detenuti, alcuni dei quali ergastolani. Lo spettacolo rappresenta non dico una abiura, ma sicuramente una presa di distanza da un vissuto passato tanto è vero che ci avevano chiesto di pubblicare i loro nomi e cognomi. Si tratta di un segnale importante: se riusciamo già a salvare venti persone in un modo, trenta in un altro modo, noi riusciamo ad erodere la realtà criminale di numeri significativi.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue